Il sindaco Patrizio Cinque (M5S) è indagato nell’ambito di un’inchiesta della procura di Termini Imerese sulla gestione del servizio dei rifiuti. Con lui coinvolti 16 funzionari. Le ipotesi di reato a carico del primo cittadino sono rivelazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio e turbativa d’asta. A Cinque i carabinieri, su disposizione del giudice per le indagini preliminari del tribunale termitano, Michele Guarnotta, hanno notificato la misura cautelare dell’obbligo di firma. Una misura, quest’ultima, motivata dal pericolo di reiterazione del reato. L’inchiesta, si apprende da fonti giudiziarie, si incrocia con quella sull’abusivismo ediilizio a Bagheria. Cinque, sin dall’inizio del mandato, è stato al centro di roventi polemiche proprio su questi temi.
Il sindaco di Bagheria del M5S Patrizio Cinque, doveva essere arrestato: questa era la richiesta dei pm della Procura di Termini Imerese, che avevano proposto i domiciliari nell’ambito dell’inchiesta nella quale sono indagate insieme al sindaco altre 22 persone, tra cui un assessore, funzionari comunali e imprenditori. Ma il Gip Michele Guarnotta non ha ritenuto adeguata questa decisione ai reati contestati. Respinta anche la proposta subordinata, il divieto di dimora nella città a dieci chilometri da Palermo e applicato l’obbligo di presentazione per sei giorni su sette alla polizia giudiziaria, esclusi domenica e festivi. Il giudice scrive che la presentazione alla pg “comporterà un’indubbia pressione psicologica sugli indagati” e sostiene che il primo cittadino del M5S ha tenuto condotte anche “non penalmente rilevanti”, ma che “dimostrano la tendenza alla commissione di comportamenti comunque irregolari, se non addirittura illegittimi”.
Lo stesso sindaco entra nel merito dell’inchiesta: “Le indagini vertono su bandi di gara che riguarderebbero il noleggio di automezzi per la raccolta dei rifiuti” e per quanto concerne il capo di imputazione contro Cinque l’affidamento della gestione del palazzetto dello sport di Bagheria di proprietà della Provincia e un abuso edilizio di un parente del primo cittadino.
Questa mattina (ieri per chi legge, Ndr) il consiglio comunale di Bagheria era riunito quando è arrivata la notizia dell’indagine: la seduta è stata sospesa per l’assenza di gran parte della delegazione grillina. Cinque, eletto nel 2014, è uno dei nove sindaci siciliani di 5Stelle, è un ex collaboratore del gruppo parlamentare dei grillini all’Ars ed è molto vicino al candidato governatore di M5S Giancarlo Cancelleri. Il sindaco bagherese è stato indicato come modello da Cancelleri per gli atti sull’abusivismo. Cinque era uno degli esponenti del movimento chiamati a parlare, prima di Grillo e Cancelleri, nel corso della kermesse di Palermo del 9 luglio che ha ufficializzato la candidatura a Palazzo d’Orleans del deputato nisseno.
Un’altra bufera, insomma, sulla campagna elettorale per le regionali del movimento 5 Stelle, dopo che ieri il tribunale di Palermo ha accolto il ricorso di un militante grillino, Mauro Giulivi, sospendendo l’esito delle Regionarie che hanno incoronato Cancelleri. M5S, malgrado la sentenza, ha deciso di andare avanti lo stesso.
Veemente, su questo versante, la replica di Cinque: “E’ un attacco ad arte, un attacco ad orologeria: si mette dentro di tutto per attaccare un sindaco e un’amministrazione Cinque stelle a meno di due mesi dalle elezioni regionali”. Parole che nel pomeriggio, a sorpresa, vengono smentite dal sindaco: “Da me nessuna critica alla magistratura”. Ci sarebbe stata, secondo ambienti M5S, “una nota diffusa per errore”. Giancarlo Cancelleri, candidato governatore del M5s in Sicilia, solidarizza con il sindaco di Bagheria: “Non conosco i dettagli della situazione e quindi non ne posso parlare, ma dico solo a Patrizio Cinque di stare tranquillo e di tenere duro. Il movimento sicuramente non mancherà di fargli avere un apporto. Ma non conosco il provvedimento”. Repubblica Palermo