«Fratelli d’ Italia non si allea con chi ha tradito gli elettori. Noi siamo disponibili solo ad alleanze che garantiscano soluzioni ai problemi e alle emergenze della nostra Nazione. Angelino Alfano è corresponsabile del malgoverno della Sicilia e non potrà essere protagonista della stagione che verrà». Il partito di Giorgia Meloni è accusato di essere stato quello – l’ unico, forse – che ha posto il veto definitivo sul rientro del ministro degli Esteri nel centrodestra.
La segretaria del partito più a destra della coalizione, però, non è così netta come sembra. In una intervista a Il Mattino, dice di augurarsi «che per la Sicilia si segua il modello ligure». In cosa consiste? Ecco spiegato: «Liste civiche d’ ispirazione alfaniana senza simbolo, sulle quali io non porrei alcun problema, lasciando l’ ultima parola al candidato governatore, che per me dovrebbe essere Nello Musumeci». Il partito dell’ ex segretario Pdl, dunque, potrebbe sostenere un candidato unitario del centrodestra sull’ Isola, ma solo rinunciando al proprio simbolo e al proprio nome. Il sacrificio, per la verità, non sarebbe così grande: il “marchio” del partito nato da una costola del Popolo delle Libertà non è infatti molto noto agli elettori e, comunque, finora non ha avuto molto successo. Il problema, semmai, è un altro.
La soluzione suggerita da Meloni sembra però superata dai fatti e, soprattutto, dall’ accelerazione che ha subito la trattativa tra il partito del ministro degli Esteri e il Pd. Anche se il coordinatore azzurro sull’ Isola, Gianfranco Micchichè, non sembra avere abbandonato tutte le speranze, gli esponenti locali di Ap sembrano decisi a voltare le spalle al centrodestra.
Ieri il coordinatore regionale di Ap, Giuseppe Castiglione, ha incontrato il coordinatore dei Centristi per l’ Europa, che poi è il partito di Pier Ferdinando Casini, cioè l’ ex ministro Gianpiero D’ Alia, e hanno raggiunto un accordo. L’ ala alfaniana e quella casiniana «presenteranno una lista insieme», indicheranno «un candidato unico». Se i berlusconiani volevano aspettare settembre, i centristi accelerano: «Abbiamo definito il programma in dieci punti, che presenteremo alla stampa subito dopo Ferragosto, tra il 18 e il 20 agosto». LiberoQuotidiano