Trionfo del centrodestra. Il secondo turno delle Amministrative riscrive la storia politica di molte città italiane, con veri e propri feudi rossi strappati al controllo del centrosinistra.
E regala una schiacciante vittoria con 16 capoluoghi a 6 a favore dei candidati di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. È una notte indimenticabile per il centrodestra che conquista una dopo l’altra Genova, La Spezia, Pistoia, Piacenza, Sesto San Giovanni, L’Aquila, roccaforti apparentemente inespugnabili, e lo fa con percentuali schiaccianti, numeri che vanno oltre ogni ragionevole previsione.
L’onda lunga si estende in città storicamente lontane da simpatie per Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, ma più nel dettaglio il flusso si allarga anche ai quartieri più popolari. Il successo più eclatante e clamoroso è ovviamente quello di Genova, città rossa per eccellenza, da oltre quarantanni mai uscita dal controllo del centrosinistra, una trincea dove il Pci ha sempre dilagato. Qui Marco Bucci riesce a distanziare il candidato del centrosinistra Gianni Crivello di più di dieci lunghezze. E lo stesso avviene a La Spezia dove Pierluigi Peracchini ottiene un vero e proprio trionfo distanziando il candidato del centrosinistra di 20 punti. Un doppio uppercut che apre una ferita profonda nello storico rapporto tra il Pd, il centrosinistra e i territori. Un risultato che conferma la bontà del modello ligure, dopo la vittoria in Regione e quella a Savona, e rafforza la posizione di Giovanni Toti che ora dovrà decidere come giocare le sue carte a livello nazionale.
Il centrodestra vince con ampia margine anche a Verona dove Gabriele Sboarina (ex assessore allo Sport in quota An durante la prima amministrazione Tosi) vince nettamente contro la «tosiana» Patrizia Bisinella. Successo anche a Monza con Dario Allevi. Così come a sorpresa Pierluigi Biondi di Fratelli d’Italia strappa L’Aquila al centrosinistra e sconfigge Americo Di Benedetto. Male invece il ballottaggio di Padova dove Sergio Giordani sconfigge il leghista Massimo Bitonci, mentre a Parma si conferma Federico Pizzarotti. Clamorosa anche la vittoria di Roberto Di Stefano dopo 72 anni a Sesto San Giovanni, da sempre identificata come la Stalingrado d’Italia. Grande successo anche per Alessandro Tomasi di Fratelli d’Italia, a Pistoia, altra città storicamente rossa, un caposaldo della rossa Toscana. Schiacciante anche la vittoria di Sergio Abramo a Catanzaro che regala il terzo comune capoluogo calabrese al centrodestra e ritorna a essere una regione portatrice di consenso per Forza Italia.
I leader di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia fiutavano da giorni il profumo della vittoria e il vento favorevole. E negli ultimi giorni la naturale scaramanzia e prudenza si era stemperata in qualche battuta azzardata e in qualche previsione ottimistica, nonostante il timore per la consueta penalizzazione che partiti meno strutturati sul territorio subiscono al secondo turno. La lunga attesa dei risultati, era stata rallegrata dall’ultimo sondaggio Emg Acqua per il Tg de La7 con Forza Italia e Lega al 14,1% e Fratelli d’Italia al 4,9: un 32% complessivo che rappresenta il risultato più alto da molti, molti mesi a questa parte, sempre che si decida di presentarsi al voto con questo format.
A questo punto è evidente che questi ballottaggi rappresenteranno una sorta di prova generale per le Politiche e già da oggi scatterà la riflessione sugli schemi e le alchimie, con il Pd costretto a interrogarsi sui rapporti a sinistra e il centrodestra a gestire una pole position conquistata nelle urne. IlGiornale.it