di Redazione
All’indomani del voto Amministrativo, risultati alla mano, è possibile anche tirare le somme e osservare complessivamente il quadro politico della città di Paternò dove si è votato lo scorso 11 giugno. Nino Naso è stato eletto a primo turno con il 46% e oltre 13mila voti, ma va tratto un dato complessivo che ridisegna completamente la politica paternese.
NINO NASO PRIMO PARTITO – La eccezionalità del risultato per il nuovo sindaco non è stabilita solo dal dato sul candidato Naso, che ha raggiunto un record straordinario di preferenze a primo turno. Nino Naso è di fatto anche il primo partito della città. Se uniamo infatti i risultati ottenuti dalle liste “Nino Naso Sindaco” e “Presenti Sempre – Naso Sindaco”, vale a dire le due liste che potremmo definire personali dell’attuale primo cittadino, otteniamo un complessivo 19,63% di voti espressi, per un totale di 5381 voti. Primo partito anteposto anche a Forza Italia (9,09%) e al M5S (10,12%). Con il premio di maggioranza, scattato al 40% di tutte le liste in coalizione con Nino Naso, al sindaco vanno 9 consiglieri comunali su 14 della maggioranza, e su 24 complessivi.
“PATERNÒ ON” RIVELAZIONE DI QUESTA TORNATA – L’altro dato sorprendente è quello relativo alla lista “Paternò On”, diretta derivazione del movimento politico “Paternò On” costituito a Paternò circa due anni e mezzo fa. Paternò On è stata la prima realtà politica della città a sposare il progetto “Nino Naso Sindaco”, catalizzando un mondo che è quello afferente all’attuale vicesindaco Ignazio Mannino dove prima con ogni probabilità Naso faceva difficoltà ad entrare. Obiettivo raggiunto, e “Paternò On” raggiunge il risultato lodevole del 10,87% pari a 2.981 voti validi (più del M5S che si è fermato al 10,12%). Con il premio di maggioranza, scattato al 40% di tutte le liste in coalizione con Nino Naso, alla lista sono stati assegnati ben 5 consiglieri comunali.
NASO E IL 3% DI VOTI IN PIÙ RISPETTO ALLE SUE LISTE – Il cosiddetto “Effetto Naso” non si è fermato al dato personale del candidato sindaco, è andato oltre. Nino Naso, eletto a primo turno, ha ottenuto anche un 2,82% di voti validi espressi da cittadini che hanno votato candidati al consiglio comunale diversi da quelli collegati alla sua coalizione, ricorrendo quindi al cosiddetto “voto disgiunto”. Infatti, gli aventi diritto al voto sono stati 41.280. Il 71,41% degli aventi diritto è andato a votare, facendo diminuire a 29.480 i voti validi. Di questi il 46% (13.063 voti) ha votato il candidato Naso, mentre solo il 44,61% (12.230 voti) la sua coalizione. La differenza tra i voti di Naso e i voti alle sue liste ammonta a 833, pari quindi al 6% in meno rispetto ai voti espressi su Naso (come detto 13.063), e pari al 2,82% su tutti i voti validi espressi (29.480).
7 LISTE PER NASO, IN CONSIGLIO SOLO LE LISTE SIMBOLO – Le aspettative pre-voto sono state per alcuni disattese. Sette liste hanno concorso al risultato dal sindaco Nino Naso, ma solo tre hanno ottenuto di entrare in Consiglio Comunale avendo oltrepassato la soglia minima del 5% dei voti validi stabiliti nella nuova legge elettorale. Le liste di Naso che hanno ottenuto almeno un consigliere comunale sono quelle in qualche modo ritenute le “liste simbolo” del sindaco: “Nino Naso Sindaco”, “Presenti Sempre – Naso Sindaco” e “Paternò On”, forse un segno da parte dell’elettore medio di Naso della volontà di esprimere un consenso specifico indirizzato alle liste direttamente collegate al candidato sindaco. Sono invece rimaste fuori, avendo comunque dignitosamente contribuito alla vittoria elettorale di Nino Naso, le altre quattro liste a sostegno: “Uniti per Paternò”, “Paternò Civica”, Fratelli di Paternò e “Movimento Animalisti”.
VINCE NASO, SCONFITTI ECCELLENTI – La vittoria di Nino Naso ha fatto scattare il premio di maggioranza alla sua coalizione, che ha ottenuto poco più del 44% (serviva almeno il 40% dei voti validi alle liste per ottenere il premio). Se non si fosse raggiunto il premio di maggioranza, ad ogni lista sarebbe stato attribuito un seggio in Consiglio su base proporzionale pura. Avendo raggiunto la coalizione di Nino Naso il 40%, quindi, molte sono state le liste di tutti gli schieramenti a non ottenere di entrare in Assise Civica. Degne di nota sono le esclusioni di Alfio Virgolini dopo ben 5 legislature e 25 anni in Consiglio Comunale, di Marco Tripoli campione di preferenze con 529 voti ma fuori dal Consiglio perchè candidato in una lista cui non è scattato il seggio. Stesso destino per l’uscente Ivan Furnari, che ha ottenuto 232 voti e per l’apprezzato ex assessore del Pdl Gianfranco Romano con 311 voti. Rimasti purtroppo fuori dall’Assise anche Angelo Calenduccia con 368 voti e Rosanna Natoli con 244 voti, questi ultimi due candidati nella lista “Fratelli di Paternò” che non ha raggiunto il 5% dei consensi. Ma anche Paolo Di Caro con 290 voti, candidato nella lista “Patto Popolare”, anche questa rimasta fuori dall’Assise non avendo raggiunto il 5%. Sconfitta inaspettata per l’uscente Nino Valore candidato in “Presenti Sempre – Naso Sindaco”, dato per favorito dai pronostici e crollato a 204 voti (in coppia con la candidata Nunzia La Spina) e rimasto quindi clamorosamente fuori dal Consiglio Comunale. Fuori anche l’uscente Guerrina Buttò fermatasi a 171 voti, con un arretramento di alcune decine di voti rispetto a 5 anni fa nonostante i sostegni pubblici degli uscenti non ricandidati Giancarlo Ciatto e Laura Bottino. Per il M5S stravolto ogni pronostico che dava per favorito Salvatore Lazzaro, fermatosi a 113 voti, e Giuseppe Corsaro fermatosi a 116 voti, oltre che Giuseppe Sapienza (simbolo della prima aggregazione grillina a Paternò) con 86 voti. Per “Paternò 2.0” ad un passo dall’elezione la giornalista Francesca Putrino, reduce comunque da una notevole affermazione con 264 voti ma non bastevoli per entrare in Assise, oltre che l’ex assessore della Giunta Mangano Alessandro Cavallaro con 259 voti e gli uscenti Lucio Cunsolo con 246 voti e Sergio Signorello con 129 voti. In “Presenti Sempre – Naso Sindaco” primo dei non eletti Andrea Lo Faro, che con 229 voti ha comunque ottenuto un risultato ragguardevole.
Liste che non raggiungono il seggio anche quelle a sostegno del sindaco uscente e ricandidato Mauro Mangano, che non vede quindi alcun rappresentante in Consiglio Comunale. La lista “Democratici per Paternò” non elegge gli uscenti Salvo Comis con 551 voti, Nino Calabrò con 125 voti e Giuseppe Di Benedetto con appena 81 voti. La lista “Avanti semplicemente” non elegge l’assessore alla Cultura uscente Valentina Campisano con 202 voti né Gabriele Di Fazio con 231 voti. Forza Italia, presentatasi con il suo simbolo di partito, non elegge candidati di enorme consenso: fuori Turi Chisari, coordinatore del partito a Paternò, con 248 voti e Alfio Coppola con 289 voti. Per la lista “Uniti per Paternò”, non avendo raggiunto il 5%, lascia fuori Giuseppe La Spina con 212 voti, Maria Barbara Benfatto con 219 voti e Stefano Consoli con 293 voti. Per la lista “Paternò On” non ce la fanno Tonino Cunsolo con 257 voti, Irene Palumbo con 203 voti, Giuseppe Sinatra con 231 voti, Luca D’Angelo con 193 voti, Benedetto Di Benedetto con 166 voti e diversi altri con ampie preferenze. Per “Paternò Civica” mancano l’elezione per mancanza del 5% alla lista l’uscente Enrico Statelli con 245 voti e Francesco Borzì con 218 voti.
PER LA PRIMA VOLTA SINDACO NON RIELETTO – Dalla prima elezione diretta da parte dei cittadini del primo cittadino e dei consiglieri comunali, vale a dire dal 1993, non si verificava che un sindaco in carica – e ricandidato – non fosse rieletto. Graziella Ligresti per il centrosinistra fu eletta il 21 novembre 1993 e rieletta il 30 novembre 1997 fino all’elezione di Pippo Failla per il centrodestra il 13 giugno 2002, rieletto a sua volta il 29 maggio 2007. Mauro Mangano, l’attuale uscente, fu proclamato sindaco il 21 maggio 2012 dopo avere vinto il ballottaggio contro Nino Naso e avendo ottenuto 14.873 voti con il 55,94%. Ricandidato alle elezioni Amministrative dello scorso 11 giugno 2017 non è stato rieletto, è arrivato quarto su cinque candidati a sindaco ed ha ottenuto 1.910 voti pari al 6,73%, vale a dire 12.963 voti in meno rispetto a cinque anni addietro (43,97% dei voti validi odierni). E’ la prima volta nella storia moderna della città.
IN 20 ANNI RISULTATO PEGGIORE PER FORZA ITALIA – Alle scorse elezioni Amministrative dell’11 giugno 2017 il risultato clamorosamente al di sotto delle aspettative è stato quello ottenuto da Forza Italia. Ed è il risultato peggiore degli ultimi vent’anni, se si considera che nel 1997 in coalizione per il candidato sindaco Alfio Nicotra, Forza Italia raggiunse il 10,82% con 3.005 voti, nel 2002 in coalizione per il candidato sindaco Pippo Failla addirittura il 19,73% con 5.810 voti, nel 2007 ottenne 4.791 voti con il 15,6% e nel 2012 il Popolo della Libertà (aggregazione tra Forza Italia e Alleanza Nazionale) ottenne 5.521 voti con il 20,71%. In queste Amministrative 2017 Forza Italia ha invece raggiunto appena il 9,09% con 2.492 voti, di cui 1055 ottenuti unicamente dal candidato al Consiglio Comunale Guido Condorelli: voti senza i quali Forza Italia sarebbe precipitata a 1437 voti e appena al 4,87%, al di sotto della soglia di sbarramento del 5% necessaria per entrare in Consiglio Comunale.