di Vittorio Feltri
Basta sfogliare i giornali nazionali e anche quelli provinciali per rendersi conto di quanto il nostro povero Paese sia nelle mani di gentarella sprovveduta e inabile al lavoro serio. Negli Stati Uniti i democratici brigano per sgambettare Donald Trump e sloggiarlo dalla Casa Bianca. Gli stanno preparando a fuoco mica tanto lento il cosiddetto impeachment, cioè lo sfratto. Roba grossa. In Inghilterra la May – sfigata la sua parte – è alle prese con le elezioni anticipate e la poltrona di premier le trema sotto i glutei. Si teme che la Brexit rischi di fare macchina indietro. L’avversario laburista di Theresa, Corbyn, è un signor nessuno eppure minaccia di scaricarla. Sarà difficile, però non si sa mai.
Lasciamo ad altri le questioni importanti per occuparci con tenacia, e senza successo, di faccende irrilevanti, non di secondo piano, bensì di infimo livello. Mi riferisco alla scemenza della legge elettorale sul banco da una dozzina di anni. Negli ultimi giorni pareva – pareva – che finalmente i partiti avessero raggiunto un accordo pur pasticciato, per adottare un sistema di voto similtedesco. Campa cavallo.
Quando si è trattato di discuterne in aula e di approvare le novelle regole, i patti sono andati in vacca. Servono aggiustamenti. Quali? Non ne abbiamo idea e non ne hanno mezza nemmeno onorevoli e senatori. Cosicché chi pensava di andare alle urne in autunno si rassegni: non ci andremo. Manca il tempo per elaborare una normativa che soddisfi tutti. Arriva l’estate, la Casta dei gonzi va in vacanza, le Camere chiudono per ferie e non c’è scampo. Ci tocca ancora una volta prendere atto che l’Italia è un’operetta incompiuta dalla quale non è il caso di aspettarsi qualcosa di decente.
Intanto siamo nel marasma senile di una Repubblica invecchiata senza mai essere stata giovane e brillante. Vivacchia, va indietro per forza di inerzia, pretende di darsi un leader nerboruto e quando ce l’ha lo distrugge. Craxi lo hanno condannato e costretto a fuggire nel vicino Oriente, Andreotti è stato massacrato per un decennio in Corte d’ assise e assolto allorché aveva già un piede nella fossa, Berlusconi mandato ai servizi sociali e, ora, Renzi, mandato affanculo. Pochi piangono e molti esultano. Avranno le loro cattive ragioni.
Il fatto conclusivo però è che siamo in balìa di quattro idioti i quali ambiscono a menare il torrone che sono capaci di menare solo al contrario rispetto agli interessi generali. Anziché mettere la croce sulla scheda elettorale siamo obbligati a metterla sulle aspettative dei cittadini. La sensazione è che non voterà più nessuno, il popolo è disgustato. Liberoquotidiano