CHAMPIONS AL REAL MADRID

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La Juventus di Massimiliano Allegri nulla ha potuto contro lo strapotere tecnico e fisico del Real Madrid di Zinedine Zidane che ha inflitto una pesante sconfitta ai bianconeri, alla settima finale di Champions League persa nella sua storia: record negativo. 

Al gol di Cristiano Ronaldo, al 20′ del primo tempo, ha risposto Mario Mandzukic, che sentiva aria di derby avendo giocato nell’Atletico Madrid, con un grandissimo gol in semirovesciata dopo un bel controllo di petto. Nella ripresa, però, i blancos sono rientrati in campo con maggior cattiveria rispetto alla Juventus e nel giro di 3 minuti, dal ’61 al ’64, ha mandato a tappeto la Vecchia Signora grazie al gol da fuori area di Casemiro e al secondo gol di Cristiano Ronaldo su assist al bacio di Luka Modric. Nel finale il gol di Asensio ha arrotondato il risultato in favore degli spagnoli che hanno vinto per 4-1.

La Juventus ha a lungo accarezzato il sogno di poter riportare a Torino la Champions League, a distanza di 21 anni dall’ultima volta, ma sulla sua strada ha trovato un Real Madrid famelico che non ha lasciato nemmeno le briciole per strada, ha vinto la seconda coppa dalle grandi orecchie consecutive, primo club a riuscirci nell’era moderna, e la dodicesima nella sua gloriosa storia. I tantissimi tifosi della Juventus presenti a Cardiff si sono fatti sentire fino alla fine, ma i ragazzi di Allegri hanno smesso di giocare subito dopo il terzo gol incassato dal quel fenomeno che porta la maglia numero 7 delle merengues. CR7, con questa doppietta da urlo, ha segnato dodici gol in tredici partite di Champions ed ha chiuso la sua stagione a quota 42 reti in 46 partite complessive. Il portoghese, tra l’altro, ha fatto segnare un altro record favoloso avendo segnato in tre finali di Champions giocate: solo Alfredo Di Stefano, fuoriclasse del Real Madrid anni ’50-’60, era riuscito a fare la stessa cosa ma era un altro calcio e un’altra era. Le merengues tornano a casa con la dodicesima in tasca, mentre è notte fonda per la Juventus che torna a casa con l’ennesima delusione europea della sua storia. IlGiornale