Le arterie principali paternesi, ieri mattina, sono state animate da un corteo festoso che inneggiava agli eroi dell’antimafia. Così la marcia per la legalità anche quest’anno ha visto la partecipazione di tutti i ragazzi delle scuole medie e degli ultimi anni delle elementari, con i cartelloni, le magliette bianche con le scritte “Io sono Giovanni” e “Io sono Paolo”. Sì loro, le vittime più note della mafia che si commemorano oggi 23 maggio, il giorno della strage di Capaci, quei grandi uomini con le scorte, che i bambini conoscono solo dalla narrazione del loro sacrificio.
E’ sedimentata nella memoria collettiva il concetto di antimafia e, i ragazzi di oggi ne raccolgono il testimone. «Se pensiamo a venticinque anni fa, com’era questa città, come eravamo noi, – ha commentato il sindaco Mauro Mangano– possiamo facilmente renderci conto che tante cose sono mutate. Adesso tutti diciamo che siamo contro la mafia, ma prima anche le persone oneste temevano quasi, a dire di essere, contro la sopraffazione della criminalità. Mi ricordo come l’indomani della strage, il 24, in pochi ci siamo riuniti con un megafono su una 126, e davanti al comando della Compagnia dei carabinieri -per esprimere solidarietà alle forze dell’ordine- partì un corteo, sparuto ma tenace, con saldi propositi: ogni forma di illegalità andava osteggiata le idee, difese ad oltranza, fino alla morte, di Falcone dovevano affermarsi con forza. Adesso i cortei sono numerosi e frequenti».
L’arrivo come da programma a piazza Indipendenza, dove su un palco ogni scuola ha rappresentato a suo modo declamando poesie o danzando, la voglia di legalità e il ricordo dei giudici coraggiosi, ma anche di altre vittime della mafia da Dalla Chiesa a Mattarella a Peppino Impastato. Proprio a lui è stata intitolato il Palazzetto dello Sport di via Bologna, nel pomeriggio. «L’idea è nata lo scorso anno, il 23 maggio del 2016 quando nel pomeriggio ci trovavamo con Salvatore Borsellino al Piccolo Teatro– ha spiegato il presidente dell’associazione “Icaro” Giuseppe Di Benedetto che ha proposto l’intitolazione- oggi a distanza di un anno- la scelta della data è significativa- grazie all’amministrazione che ha accolto la nostra proposta stiamo intitolando un luogo dove si fa sport a Peppino Impastato, per creare un avamposto di legalità, soprattutto dopo il vile atto dell’effrazione ai danni della struttura avvenuta solo l’altra notte».
Articolata in due momenti significativi, ma con all’interno altre manifestazioni collaterali incentrate sulla legalità, così come è stata pensata e voluta dall’assessore alla Pubblica Istruzione, Valentina Campisano, la giornata si è svolta nel migliore dei modi. La marcia con i ragazzi delle scuole è diventato un appuntamento consolidato, con il fondamentale coinvolgimento dei più giovani a cui trasmettere gli alti valori della legalità, dunque si conferma l’obiettivo cardine come ha sottolineato l’assessore Campisano: «Abbiamo scelto piazza Indipendenza come punto di approdo per ristabilire un senso di legalità violato con i fatti di qualche settimana fa: l’arresto di uno spacciatore. Lo stesso vale per l’intitolazione del Palazzetto dello Sport a Peppino Impastato, che della sua vita ha fatto un vessillo di onestà e di coraggio per sconfiggere a testa alta la mafia. Dopo lo scasso subito dalla struttura creare un presidio di legalità diviene un segnale inequivocabile».