La scissione come uno tsunami che travolgerebbe soprattutto il Pd, mandando in tilt il suo elettorato. Lo scenario post scissione si presenta nebuloso ma con un’unica certezza: la vittoria di Beppe Grillo. Il Movimento 5 Stelle non avrebbe più nessuno alle calcagna ma si staglierebbe in testa alla classifica come primo partito italiano con una maggioranza relativa valutata al 30 per cento ed oltre. L’analisi da parte dei sondaggisti al momento è molto cauta. Roberto Weber, presidente dell’Istituto Ixè non ha dubbi sul fatto che il Pd pagherà un conto salatissimo per la scissione. «Nel corpo elettorale del Pd prevalgono gli over 55 – spiega Weber – Sono quelli che vanno a votare alle primarie. Saranno anche i più disorientati di fronte alle divisioni. Le lacerazioni incideranno sul piano numerico e i Cinque Stelle schizzeranno in testa». Per Weber saranno però i più giovani a restare accanto a Matteo Renzi mentre nella nuova cosa di sinistra affluiranno i vecchi delusi ma in pochi. La nuova forza per Weber non arriverebbe oltre il 3 per cento. «Non è vero che i giovani hanno abbandonato Renzi – sostiene Weber – certamente però con la scissione si spalanca la porta a Grillo anche perché il grande elettorato popolare quello che era di Berlusconi, non vota e non voterà Pd. O vota Grillo o resta a casa».