“Potrei non candidarmi a premier”. Matteo Renzi spariglia di nuovo i giochi e, in una conversazione con il Corriere della Sera, propone le primarie e poi il voto, anche nel 2018. “La prossima volta potrei non essere io. Magari potrebbe toccare ancora a Paolo Gentiloni, o a Graziano Delrio”, sostiene ammettendo che “lo scenario della prossima legislatura imporrà probabilmente governi di coalizione” e trattare con l’Europa sarà più difficile. “Non mi va di essere raffigurato come una persona ròsa dalla voglia di andare alle elezioni anticipate per prendersi la rivincita”, dice l’ex premier e segretario del Pd. “So che le elezioni non possono essere il secondo tempo dopo il referendum. Quando si perde a calcio, non ci si riprova con la pallanuoto. Io ho avuto la possibilità di tirare un calcio di rigore il 4 dicembre. Me l’hanno parato…”, ammette Renzi per il quale“adesso è cominciata una fase politica diversa”. “Il clima politico è cambiato nel paese – continua l’ex premier – sono il primo a esserne consapevole. So bene che se anche ottenessi un grande risultato, un 37% dei voti o addirittura un 42%, non esisterebbero più le condizioni per avere un governo libero di fare le cose che ho in mente”. Riguarda all’ipotesi di elezioni anticipate, precisa: “Il punto è se votare a giugno, o a febbraio del 2018. Se si celebra il congresso si va all’anno prossimo, altrimenti si fanno le primarie. Non ho problemi a fare il congresso. Volevo farlo a dicembre ma me l’hanno impedito. E adesso lo invocano… Ma lasciamo stare!”, sbotta. “Capisco che l’obiezione di presentarsi al G7 di fine maggio con un governo dimissionario non offrirebbe una bella immagine dell’Italia. Ma in Europa – conclude – andrà comunque un governo dimissionario dopo qualche mese, con la manovra finanziaria alle porte”.