Tommaso Fiazza, il sindaco più giovane d’Italia (20 anni)

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Tommaso Fiazza, il sindaco 20enne di FonteVivo (Parma) con la Lega Nord

La carriera di un politico spesso si giudica (anche) da ciò che non ha fatto. Il sindaco Tommaso Fiazza non ha azzerato la retta degli asili nido, come aveva promesso in campagna elettorale. Seduto nel suo ufficio ammette che questa cosa un po’ gli brucia. «Sapevo dall’inizio che era difficile mantenere. Ho forzato». È sincero Tommaso Fiazza. Una sincerità prossima all’ingenuità, priva di calcoli, come può essere quella di un ventenne ancora sbarbatello. Quando è stato eletto a Fontevivo (Parma) in forza alla Lega, dopo 60 anni ininterrotti di governi rossi, in molti l’hanno preso in giro. Ma dove vuole andare quel moccioso? Il giorno della vittoria, il sindaco più giovane d’Italia aveva appena vent’anni. Due anni prima sedeva sui banchi di scuola.

DIVISIONI NEL CENTROSINISTRA – Ammette di aver vinto grazie alle divisioni del centrosinistra. Ma poi ha guadagnato la simpatia anche tra i suoi nemici. C’è la festa dell’associazione, lui ci va, c’è quella dell’oratorio e non manca, la sagra del toro allo spiedo non se la perde, la riunione dei sindaci dei paesi leghisti, corre. «Devo presenziare». Tutti i venerdì va a cena con gli amici. «Poi loro vanno a in discoteca “dai vieni” mi dicono, e io sono tentato. Spesso rinuncio. Il sabato è giornata di eventi». Di recente è corso pure ad Ascoli Piceno, nelle zone terremotate, per portare fieno e latte in polvere ai vitellini. «Abbiamo caricato i camion alle tre del mattino e siamo partiti». Il sindaco giura che non l’ha fatto per un ritorno d’immagine.

MI DICEVANO DI LASCIAR PERDERE – Fontevivo è a un passo da Parma,dagli svincoli autostradali, dal flusso dei container che vanno e vengono dal terzo (per grandezza) Interporto italiano. Il Municipio sbuca all’improvviso dai campi dove sale forte l’odore di concime. Alle pareti dell’ufficio del sindaco sono appese diverse foto, un paio lo ritraggono con Matteo Salvini, il suo segretario, che dopo la vittoria s’è raccomandato: «Bravo, ma adesso non montarti la testa e datti da fare». Fiazza è diventato leghista a 14 anni, dopo aver sentito parlare Bossi in tv. I suoi genitori non sono leghisti, non si parlava di politica a casa. Quando due Natali fa ha comunicato alla mamma che si sarebbe candidato lei gli ha detto: «Ma va a dormire che è meglio». Pure la sua fidanzata, che studia Farmacia e vive a Parma, l’ha esortato a lasciar perdere: «Continua gli studi». Fiazza s’era iscritto all’Università, poi ha abbandonato. In compenso, dice, legge molto. Divora biografie. Da Martin Luther King a quella di Alfano («Questa l’ho buttata via»).

8 MARZO E BOMBOLETTE SPRAY – Appena eletto in paese c’era chi gli aveva tolto il saluto. Il bar degustazione San Bernardo è vicino al Municipio. Miranda ci lavora: «Fiazza è lontanissimo dalle mie idee politiche ma devo dire che si sta comportando molto meglio delle giunte precedenti. Ha ridato vita al paese». Dal vicino centro diurno anziani ne esce uno: «Sono comunista dalla nascita però ’sto ragazzino tanto male non sta facendo». Il ragazzino ammira Putin. Nel suo ufficio c’è la bandiera americana in onore di Trump. A Fontevivo gli 810 immigrati regolari, il 15% dei residenti, sono integrati. Mostra un grafico: i trasferimenti dal centro. «Centoquarantamila euro in meno in due anni. Fondi sottratti ai cittadini. Ma intanto si buttano via un sacco di soldi per accogliere i richiedenti asilo. E non mi si dica che sono un leghista razzista o che i giovani hanno una visione univoca». Ecco le visioni del sindaco: «Ho ampliato l’organico dei vigili, ho investito in telecamere, ho sgomberato i campi rom, sono stato attaccato ferocemente dalla minoranza, ma questo è normale». Come quando ha regalato 400 bombolette spray al peperoncino alle donne per l’8 marzo («Sono andate a ruba») o ha promesso di dedicare una via a Bud Spencer e ai martiri delle Foibe. Una provocazione? «Macché, un riconoscimento all’attore che ha segnato la commedia italiana».

CACCIA AI LADRI – Un giorno s’è messo pure a inseguire i ladri. La cosa è piaciuta in paese. Lui minimizza. «L’avrebbe fatto chiunque. Ero stato insospettito da un’auto ferma con dentro un giovane. Controllo la targa sulla app: rubata. Il ragazzo mette in moto e fa due volte una manovra per capire se lo stessi seguendo. Quando lo capisce accelera e sgomma». L’ha preso? «Purtroppo non sono riuscito a stargli dietro con la mia Volvo 1600». Corriere