Nel giorno dell’ennesimo rinvio a giudizio per l’infinita vicenda Ruby, Silvio Berlusconi accoglie con piacere la solidarietà che arriva da piazza San Silvestro da Matteo Salvini. Parole inattese, registrate in un giorno in cui il presidente di Forza Italia fatica a nascondere la tristezza per «l’ennesima persecuzione giudiziaria».
Il pensiero in questo sabato invernale è rivolto soprattutto al nuovo coinvolgimento processuale, un rilancio giudiziario che, secondo lo stato maggiore azzurro, «finirà per starci star simpatici anche agli antiberlusconiani». Politicamente Berlusconi segue a distanza la manifestazione di Lega e Fratelli d’Italia che a sorpresa si trasforma in una prova tecnica se non di unità, almeno di ricomposizione. D’altra parte è stato lui stesso nell’ultimo Ufficio di presidenza, a raccomandare il partito di essere presente in piazza con una delegazione di peso. Così, oltre a Giovanni Toti che può vantare un rapporto preferenziale con Matteo Salvini e Giorgia Meloni, sul palco sale il capogruppo azzurro, Renato Brunetta, oltre a Daniela Santanchè, ed è presente anche Altero Matteoli. Un segnale di attenzione a testimonianza del fatto che anche se Forza Italia non crede a derive populiste e a poli «sovranisti» non ha affatto archiviato il format storico del centrodestra. A condizione che ci si ritrovi su un programma e non ci siano continue fughe in avanti, ma ci si muova in un contesto di pari dignità. In questo senso le parole di Salvini e della Meloni che richiamano proprio la necessità di un confronto sui temi concreti e chiedono «un patto sul programma» vanno evidentemente nella direzione giusta. Fermo restando che la strada del dialogo in questo momento resta in salita e secondo Berlusconi le coalizioni – o tanto più gli eventuali «listoni» – devono essere frutto di una reale condivisione di intenti, di principi e di idee. In questo senso dentro Forza Italia torna a risuonare, in alcuni ragionamenti, l’evocazione del «Partito Repubblicano», un richiamo alla famiglia politica statunitense sotto le cui insegne si potrebbero forze riunire le forze del centrodestra per una vera rivoluzione liberale.
Tutto, però, viene considerato prematuro perché bisognerà capire quale forma prenderà la legge elettorale e quali saranno i tempi residui della legislatura. Di certo per Berlusconi il centrodestra ha bisogno di una «trazione moderata», il polo sovranista non ha il potenziale che ha ad esempio Marine Le Pen in Francia. Piuttosto c’è la necessità di riconquistare i voti che Matteo Renzi ha strappato al centrodestra oppure quelli che per protesta si sono rifugiati nel Movimento 5 Stelle.
Dentro Forza Italia si legge con attenzione anche il sondaggio sulle primarie che, secondo il Corriere della Sera, vedrebbe Berlusconi e Salvini appaiati. Un segnale importante vista la differenza di esposizione mediatica tra i due leader. Ma i dirigenti azzurri fanno anche notare un dato, ovvero che l’83% degli interpellati si dichiara «non interessato». Un indice dello scarso entusiasmo dell’elettorato di centrodestra per questo strumento di selezione del leader. IlGiornale