La tragedia dell’hotel Rigopiano è una di quelle tragedie che si farà fatica a dimenticare, due giorni dopo dal recupero di tutti i corpi rimasti sepolti sotto la slavina che ha travolto il resort, emergono particolari terribili di quella morte arrivata all’improvviso. I soccorritori hanno raccontato alla stampa scene che rimarranno impresse nella memoria per la loro drammaticità e allo stesso tempo per la loro quotidianità. Sì perché gli ospiti dell’hotel Rigopiano, che mercoledì 18 gennaio hanno perso la vita sotto cumuli di macerie e neve, stavano trascorrendo un normale mercoledì pomeriggio.
“Gli angeli” che hanno salvato 11 persone, ma che non hanno potuto fare nulla per altre 29, hanno confessato di aver trovato nella tomba glaciale dell’hotel Rigopiano corpi totalmente schiacciati dalle macerie e dal peso della valanga. Nella cucina, invece, – si legge su ilMessaggero – c’erano le due cuoche ancora intente nella preparazione dei cibi. La slavina le ha colte all’improvviso e allo stesso modo la morte se le è portate via. Anche l’addetto al ricevimento si trovava sul posto di lavoro, nella reception della struttura. Il giovane, probabilmente si occupava anche del bar, collocato nella stessa stanza, perché aveva ancora in mano il braccio della macchina del caffè quando è stato trovato.
Gli ospiti, invece, erano radunati nella hall del resort. Alcuni di loro erano seduti accanto al camino che in quel momento ardeva. Quel camino che tanto era amato perchè riscaldava, probabilmente, è costato la vita a quelli che gli sono finiti contro. Altri ancora sono stati trovati dai soccorritori con in mano il cellulare. Forse stavano aspettando il segnale per mandare un messaggio per rassicurare i parenti o forse per inviare messaggi di aiuto. Tanti forse e nessuna risposta. La furia della slavina non ha risparmiato nessuno. Alcuni corpi sono stati trovati fra le ante delle porte. Poi, c’è stato anche chi è morto con il volto coperto dal gomito per ripararsi dai crolli. Un’immagine terribile. Quasi tutte le vittime indossavano un abbigliamento sportivo da montagna. Altre, invece, sono state estratte senza indumenti.
Tra le macerie sono emersi molti effetti personali di uomini e donne rimasti sepolti e dei sopravvissuti. C’era una bambola, un accendino, dei fogli, brandelli di borse, materassi, scarpe, valige, giochi, tanti giochi. Tutti testimoni di vite vissute e spezzate.
Ora, le operazioni di recupero delle vittime si sono conluse. La “zona rossa” sarà presidiata ancora per qualche giorno, per consentire di concludere la seconda fase, cioè quella dello smontaggio di tutte le attrezzature utilizzate dai soccorritori. “Le operazioni di soccorso all’hotel Rigopiano sono state tra le più complesse che abbiamo mai gestito – ha dichiarato il direttore centrale delle emergenze dei Vigili del fuoco, Giuseppe Romano – un crollo di un edificio di 4 piani sotto una valanga in uno scenario di terremoto, con l’impossibilità di arrivare sia via terra che via aria e con le comunicazioni difficili”. IlGiornale