Presidente Silvio Berlusconi, sette mesi fa, dopo l’ intervento chirurgico, i medici le avevano detto: “Mai più politica”. Oggi, all’ alba di un nuovo anno, mentre la sinistra archivia il decimo leader dal ’94, lei torna protagonista. Come è stato possibile?
Di questo “miracolo” – se vogliamo chiamarlo così – devo essere grato a diversi fattori. Prima di tutto, ovviamente, all’ aiuto di Dio e alla professionalità dei medici, che peraltro continuano a raccomandarmi prudenza. Poi ai miei genitori, che mi hanno regalato un fisico robusto. Infine all’ affetto dei miei familiari in primis, dei miei amici, ma anche di milioni di italiani che mi hanno fatto sentire e mi fanno sentire la loro vicinanza. Sa che c’ era chi pregava sotto le finestre dell’ ospedale il giorno che mi hanno operato? Abbiamo dovuto chiedere di non farlo. Ma sono manifestazioni di affetto commoventi.
Il 2017 sarà per lei l’ anno della dignità politica restituita. O almeno così dovrebbe essere. La Corte europea dei diritti dell’ uomo dovrà decidere se rivedere la condanna che l’ ha relegata fuori da ruoli istituzionali e reso incandidabile. Succederà in primavera?
Non posso fare previsioni. Ci si dovrebbe rendere conto che non è in gioco soltanto il destino di un cittadino, che pure sarebbe importante. Qui si tratta della democrazia di un grande paese europeo, che può collocarsi politicamente a destra o a sinistra a seconda dei leaders in campo. Spero che finalmente ci si renda conto che non è pensabile lasciare la questione italiana ancora in sospeso, visto anche l’ avvicinarsi delle elezioni politiche.
Di fatto la sua riabilitazione politica è già successa. Nel mese di dicembre è stato per due volte al Quirinale Ha recuperato un buon rapporto con il Presidente Mattarella. Fu un errore non votare per lui?
L’ ho spiegato tante volte. Noi non l’ abbiamo votato per contrarietà al metodo, non alla persona. Tanto è vero che tutti i parlamentari di Forza Italia che desideravano votare per Mattarella sono stati liberi di farlo. Credo siano arrivati da noi una sessantina di voti. Ma non potevamo accettare il venir meno degli accordi che prevedevano l’ indicazione del nome da parte del Presidente del Consiglio ma con il nostro accordo. Il Presidente Mattarella sta interpretando il suo ruolo con una dignità e una sobrietà davvero apprezzabili.
Avete annunciato una “opposizione responsabile”, mettendo i voti di Forza Italia a disposizione del governo ove fosse necessario. Ma questo, più che “opposizione responsabile”, sembra un “appoggio esterno” all’ esecutivo Gentiloni.
O sbaglio?
Non è così. L’ appoggio esterno si avrebbe se avessimo concordato un programma di governo e se avessimo votato la fiducia all’ Esecutivo. Noi continueremo a comportarci come abbiamo sempre fatto quando siamo stati all’ opposizione: valuteremo le proposte del governo e se le riterremo positive ed utili per l’ Italia e per gli italiani, le voteremo. Lo faremo alla luce del sole, senza fare accordi, ma anche senza pregiudizi.
Se un governo opera bene, l’ opposizione deve comunque votare contro? I nostri avversari hanno fatto così verso di noi, quando noi eravamo al governo e loro all’ opposizione, applicando il principio del “tanto peggio tanto meglio”, ma noi siamo diversi, non siamo come loro.
Questo protagonismo di Forza Italia mette in ombra i centristi che puntavano a dare una mano a Gentiloni in cambio di posti di sottogoverno. Il centro, ex Pdl, che ora orbita nell’ area di governo, tornerà a ricompattarsi sotto la sua leadership? Riprenderà in squadra Alfano e Verdini?
Io sono convinto che ricompattare il centro sia indispensabile, ma questo non può avvenire attraverso accordi di palazzo con membri della nomenclatura politica privi di appoggio popolare. Avverrà se sapremo rivolgerci a tutti quegli elettori liberali, cattolici, riformatori, che delusi, disgustati da questa politica e da questi politici, hanno deciso di non andare a votare. Ci rivolgeremo soprattutto a persone credibili, non a mestieranti del palazzo.
Sarà di nuovo Silvio Berlusconi, per la settima volta, il candidato premier? Salvini e Meloni propongono di lasciar decidere al popolo di centrodestra con le primarie. Lei cosa ne pensa?
La questione è prematura. Se ce ne saranno le condizioni, non escludo nulla, Le primarie senza una legge nazionale sono una strada impraticabile, se non vogliamo imitare la farsa di quelle del Pd. E poi che senso ha parlare di tutto questo se non sappiamo quale sarà la legge elettorale? Non sappiamo se ci saranno coalizioni o liste dei singoli partiti, un sistema maggioritario o come io spero proporzionale. In tal caso le primarie non servirebbero proprio.
A un certo punto, questa estate, Stefano Parisi era parso come un serio candidato alla leadership del centrodestra.
Perché ci ha ripensato?
È difficile immaginare di poter essere il leader di una coalizione scontrandosi con i leaders e i dirigenti dei partiti che ne fanno parte. Il dottor Parisi con me personalmente è stato corretto. Abbiamo parlato di una sua ricerca per individuare e coinvolgere nell’ impegno politico persone e ambienti che oggi ne sono lontani. So che sta lavorando per questo. Mi auguro che ci riesca.
Forza Italia in Parlamento voterà per il salvataggio del Monte dei Paschi? Lei ha rivelato un legame affettivo con quella banca (“Mi concesse i mutui per le mie realizzazioni”), ma nell’ immaginario dei suoi elettori Mps è sempre stato identificato come una “pertinenza” della sinistra. Non è così?
Al di là dell’ affetto che mi lega al Monte Paschi, la sua saldezza e la credibilità del sistema bancario sono un interesse nazionale prioritario. Il Monte dei Paschi è la banca più antica del mondo, una nostra gloria nazionale. La sua caduta innescherebbe un effetto-domino incontrollabile.
Per questo bisogna assolutamente intervenire al di là del fatto che sia stata, come lei dice, una pertinenza della sinistra. Io non ragiono così, quando è in gioco l’ interesse nazionale.
Legge elettorale: in presenza di un quadro tripolare, Forza Italia chiede il ritorno al proporzionale. Che giocoforza spianerebbe la strada, dopo le urne, a una collaborazione tra i partiti non populisti. Renzi e Lega Nord stanno facendo asse sul Mattarellum, che a voi non piace. Come finirà?
Spero che il Partito Democratico abbia acquisito la consapevolezza che le forzature non portano bene. Tantomeno una forzatura che creerebbe un sistema elettorale del tutto inadeguato alla attuale situazione della politica. Con il Mattarellum, in un sistema tripolare, il vincitore delle elezioni sarebbe quasi casuale. E comunque rappresenterebbe solo una minoranza relativamente ristretta degli italiani. Quanto a ciò che accadrà dopo le urne, lo vedremo: se ci sarà il proporzionale saranno gli italiani a decidere con il voto se vi sarà un unico vincitore, o se si dovrà ricorrere ad una coalizione. Noi puntiamo, naturalmente, a vincere.
Temi forti della destra sovranista sono la critica all’ euro e l’ ipotesi di uscita dalla moneta unica. Il quotidiano Libero ha lanciato una campagna chiedendo che siano i cittadini a esprimersi sul tema attraverso un referendum. Condivide?
Ho molti dubbi sull’ Euro, sul cambio Lira-Euro con cui ci siamo entrati e sul modo in cui questa moneta viene gestita. Tuttavia uscire dall’ Euro rischierebbe di esporre il nostro paese ad altri rischi. Una via d’ uscita proposta da diversi economisti potrebbe essere quella della doppia circolazione monetaria, cioè una moneta nazionale che affianchi e non sostituisca l’ Euro. È già avvenuta una doppia circolazione di monete, all’ epoca delle AM-Lire, nel dopoguerra, e non accadde nulla di catastrofico, anzi si posero le basi per il miracolo economico dell’ Italia. Quanto al referendum non sono contrario in linea di principio, ma si tratta di una materia tecnicamente molto complessa. Dovrebbe essere il Parlamento ad occuparsene, tenendo conto delle esigenze e degli interessi degli italiani.
Su Europa, euro e immigrazione le posizioni di Forza Italia e quelle della Lega divergono. Sarà dura stavolta trovare la sintesi e ricomporre il centrodestra?
Noi abbiamo elaborato con i nostri alleati un programma comune sul quale concordiamo al 95%, anche per quanto riguarda il nostro rapporto con l’ Europa e sui temi dell’ immigrazione. Anche per questo non sono preoccupato della tenuta della nostra coalizione.
Il caso del tunisino Amri pone al centro il tema della gestione dell’ immigrazione. Accogliere tutti, come ha fatto il governo in questi anni, vuole dire aprire le porte anche al fanatismo islamico.
Lo Stato è lento nell’ individuare chi ha diritto all’ asilo e quasi mai riesce a rimpatriare i clandestini. Quale soluzione proponete?
È un discorso molto ampio, che si può risolvere soltanto attraverso la stabilizzazione della sponda sud del Mediterraneo e del mondo arabo, e una serie di accordi con i paesi Nord e Centro Africani. Noi avevamo fatto così ed avevamo ottenuto risultati eccellenti, poi cancellati dall’ irresponsabile sostegno dato dall’ Europa alle cosiddette “primavere arabe” e prima di tutto alla decisione di far fuori Gheddafi. Oggi è necessario che su questi temi ci sia uno sforzo globale di Russia, Stati Uniti, Europa, Cina, che si rendano conto di essere tutti dalla stessa parte. L’ Italia può dare un contributo importante in questo, mi auguro che sappia farlo come avevamo fatto noi ai tempi di Pratica di Mare, quando avevamo portato Nato e Russia a sottoscrivere l’ accordo di collaborazione che pose fine alla guerra fredda.
Putin e Trump hanno annunciato di voler collaborare per ristabilire relazioni amichevoli tra Russia e Stati Uniti.
I segnali che la nuova amministrazione Trump sta dando in politica internazionale sono positivi: non soltanto il miglioramento delle relazioni con la Russia ma anche un rinnovato sostegno ad Israele. Su questi temi l’ amministrazione Obama ha commesso, e sta ancora commettendo in queste sue settimane finali, gravi errori che sembrano nascere da un pregiudizio ideologico assolutamente sbagliato.
La sinistra è spaccata in due sui temi del lavoro. Una parte di essa si è schierata con la Cgil rinnegando il “Jobs act”. I “voucher” sono diventati il simbolo di un nuovo precariato, introdotto dal governo del Pd, di cui ora loro stessi si vergognano. Meglio la riforma “Biagi” del vostro governo?
Non credo davvero che si possa fare un confronto. Noi abbiamo creato più posti di lavoro di quelli che avevamo promesso, più di un milione e mezzo, ed abbiamo tenuto il tasso di disoccupazione sotto la media europea. Questo anche grazie alle idee di Marco Biagi, che abbiamo tradotto in politiche di governo. Oggi non soltanto il precariato non è scomparso, e i voucher sono impiegati in modo del tutto anomalo, ma l’ occupazione non accenna a crescere. Per creare nuovi posti di lavoro occorre che il Pil cresca al di sopra del 2%.
Lei ha aperto all’ ipotesi del “reddito di cittadinanza”, cavallo di battaglia dei Cinquestelle. Non teme che qualche suo elettore liberista possa storcere il naso?
Non si possono chiudere gli occhi di fronte all’ emergenza povertà, che è il vero dramma del nostro paese: in Italia esistono secondo l’ Istat 15 milioni di poveri, di cui 4,6 milioni vivono in condizioni di povertà assoluta perché non percepiscono alcuna entrata e 10,6 milioni sono nella condizione di povertà relativa se le entrate di una famiglia, con padre, madre e uno o due figli sono inferiori, dice l’ Istat, ai 1.155 euro al mese. È tollerabile questo nell’ Europa del 21 secolo? La povertà oggi riguarda anche mondi e ceti che in passato facevano parte della piccola e media borghesia, che erano abituati a un minimo di decoro e di sicurezza. Oggi il venticinque per cento degli italiani, un italiano su 4, sono poveri: un disastro, una tragedia assoluta e inaccettabile a cui si deve assolutamente provvedere.
Il governo difende Mediaset dall’ offensiva di Vivendi. Il ministro Calenda ha parlato di un rischio-paralisi se Cologno Monzese dovesse finire nelle mani dei francesi. Tuttavia, al di là della retorica sulla difesa dell’ italianità delle imprese, l’ esecutivo non ha strumenti per fermare le manovre di mercato. Teme di perdere il controllo sul suo impero televisivo?
No, non lo temo. Credo che l’ autonomia e l’ Italianità di Mediaset stiano a cuore anche agli altri azionisti. E poi qui è in gioco il funzionamento delle regole del mercato, che si basa anche sull’ affidabilità e sul rispetto dei contratti e della parola data. Ma non vorrei dire di più. Seguo ovviamente con attenzione quanto accade alle aziende che ho fondato, ma ho lasciato da molti anni la loro gestione ai miei figli e ai miei dirigenti. Saranno loro a decidere tutte le scelte che si riveleranno necessarie.
Ultimo argomento, il Milan. Come va la trattativa con i cinesi arriverà a buon esito? E a che condizioni?
La trattativa con i cinesi è già andata a buon esito. Ci hanno solo chiesto più tempo per ragioni tecniche e burocratiche, per questo abbiamo concesso una proroga nei pagamenti. Nel frattempo il Milan ha portato a casa un altro trofeo, la super-coppa italiana, e con questo mi sono affiancato a Santiago Bernabeu, il mitico presidente del Real Madrid. Siamo i due presidenti di club che hanno vinto di più nella storia del calcio mondiale. Non mi sembra di potermi lamentare. di Salvatore Dama per LiberoQuotidiano