Mps, Tesoro verso il 62% della banca. Per Siena oltre 4 miliardi

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Il Tesoro si è dotato di una potenza di fuoco fino a 20 miliardi di euro: ma quanti ne verranno usati per salvare Mps? Gli analisti stanno cominciando a fare i conti. Il Tesoro potrebbe ritrovarsi azionista di Mps con oltre il 60%.
Per proteggere tutti i 42 mila obbligazionisti potrebbe essere necessario impiegare 2,1 miliardi di euro, ovvero il 100% del valore dei bond subordinati. Ma si vedranno i dettagli tecnici appena sarà pronto il resto del decreto.

Poi ci sono da valutare la ricapitalizzazione precauzionale. A quanto ammonta? Questa notte il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in conferenza stampa ha spiegato che «l’ammontare di intervento di ricapitalizzazione precauzionale sarà sufficiente a colmare i requisiti che sono stati identificati con gli stress test. Ho dato la definizione, il numero segue». Ma non è ancora stato reso noto.

Lo scorso 29 luglio dallo stress test era emerso che nello scenario «avverso» Mps si sarebbe ritrovata al 2018 con un patrimonio netto negativo, pari a -2,2% (mentre nello scenario base si confermava al 2018 al 12%). È proprio per rispondere a quella carenza di capitale Mps aveva deciso di varare la mega-operazione sui crediti deteriorati, che – come specificò la banca – «mitiga in maniera significativa i negativi impatti dell’esercizio» di stress. Quale sia la cifra finale, lo stabiliranno comunque le autorità di vigilanza. A cominciare dalla Bce di Francoforte.

 

Secondo gli analisti di Equita Sim (la società finanziaria di cui è presidente Alessandro Profumo) «l’entità della ricapitalizzazione salirebbe a 6,6 miliardi» dai 5 cercati invano sul mercato. A questa protezione si investimento si arriva «ipotizzando che venga riproposto il piano di ristrutturazione» con cessione di tutti i crediti in sofferenza pari. 27,7 miliardi di euro «senza coinvolgimento di Atlante», che era impegnata per 1,6 miliardi di euro (nel finanziamento mezzanino della bad bank). Di questi 6,6 miliardi di euro, «2,5 miliardi verrebbero garantiti dalla conversione di subordinati istituzionali, mentre la ricapitalizzazione pubblica ammonterebbe a 4 miliardi di euro», continua Equita.

Che quota avrebbe il Tesoro? Secondo Equita «ipotizzando un prezzo di conversione dei subordinati in capitale pari a quello di sottoscrizione dell’aumento dal parte del Governo, gli investitori istituzionali controllerebbero il 38% della nuova Mps il Governo il 62%». Sarebbe un ingresso comunque a caro prezzo se paragonato ai valori medi delle altre banche italiane: per Equita il rapporto prezzo/patrimonio tangibile (P/TE sarebbe di 0,73 contro una media di circa 0,35-0,40 volte come sistema.

Intanto la Fondazione Monte dei Paschi ha comunicato di avere ridotto ulteriormente la sua quota in Banca Mps nell’ultimo mese, fino allo 0,10% del capitale. L’ente guidato da Marcello Clarich esprime il proprio «rammarico» per la mancata realizzazione dell’aumento di capitale privato. La Fondazione ha effettuato le vendite di azioni Mps, pari a circa lo 0,6% del capitale della banca, in modo graduale, eseguite negli ultimi giorni e autorizzate dal ministero dell’Economia.

Lo scorso 24 novembre, a margine dell’assemblea della banca per l’approvazione dell’aumento di capitale da 5 miliardi, Clarich aveva annunciato ai cronisti la discesa della Fondazione dall’1,49% del capitale di Mps allo 0,7% circa. L’Ente di Palazzo Sansedoni nella nota odierna spiega che «nell’incertezza dell’evolversi degli eventi, le suddette dismissioni, compiute nel rispetto delle disposizioni di legge e statutarie e dei documenti programmatici vigenti, per quanto abbiano prodotto un fortissimo ridimensionamento della partecipazione e dello storico legame con la Conferitaria, consentono oggi di limitare quasi del tutto i rischi patrimoniali dell’Ente per quanto attiene il verificarsi di scenari particolarmente avversi per gli azionisti». Corriere