Referendum, Berlusconi scende in campo: “Votare assolutamente No”

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Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia

Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia

“È necessario che gli italiani siano ben consapevoli di qual è la posta in gioco, e che a questo fine i nostri aderenti, i nostri militanti, i nostri eletti e i nostri dirigenti devono mobilitarsi, con un ultimo grande sforzo. Le ultime due settimane sono quelle decisive, molti italiani devono ancora formarsi un’opinione”. Lo scrive Silvio Berlusconi nel messaggio inviato ad Antonio Fazzone e Antonio Tajani in occasione della Convention di Forza Italia “Le Ragioni del No” organizzata oggi a Fondi. “Molti italiani purtroppo -aggiunge il leader Fi- non sanno che questo referendum non è come gli altri, che non esiste il quorum, e che quindi stare a casa non è un modo per dire di No. Rimanere a casa significa fare un grande regalo a Renzi, aiutare la vittoria del sì. Né il governo Renzi, né il contenuto di questa riforma, meritano l’appoggio degli italiani”.

“Noi -sottolinea Berlusconi- non avremmo voluto politicizzare questo referendum. È stato Renzi a impostarlo così, personalizzandolo, per cercare di ottenere il 4 dicembre quella legittimazione popolare che non ha mai ottenuto dalle urne elettorali. Il 4 dicembre possiamo cambiare pagina: dopo la vittoria del No non succederà nulla di drammatico, si dovrà semplicemente porre mano ad una legge elettorale ragionevole e condivisa, che garantisca una maggioranza in parlamento che corrisponda alla maggioranza degli italiani, e poi ridare finalmente la parola ai cittadini”. L’ex premier poi aggiunge: “Le elezioni anticipate sarebbero un atto di democrazia, necessario dopo 3 governi consecutivi nati dai giochi di palazzo e non dalla volontà degli italiani e dopo 5 colpi di stato che dal 1992 ad oggi hanno sovvertito per cinque volte il voto degli italiani”.

Il programma di Berlusconi

L’impegno di Forza Italia deve essere quello di “di riportare l’area moderata, liberale, cattolica, riformatrice ad essere centrale nella vita politica del Paese. Per fare questo dobbiamo saperci rinnovare ed allargare, senza rottamare nessuno”. Per Berlusconi è ora necessario mettere insieme “le energie e le capacità già dimostrate da alcuni nell’impegno politico, con quelle di tante altre donne e uomini della società civile che devono diventare protagonisti con noi della nostra battaglia di libertà per far ripartire l’Italia. Questo è il nostro impegno, questa è la ragione per la quale sono ancora in campo nonostante gli attacchi e le persecuzioni mediatiche e giudiziarie che ho subito e sto ancora subendo. Ripeto: è una grande battaglia di libertà, che possiamo vincere e che il Paese si attende da noi”.

“Non siamo conservatori, siamo riformatori ed abbiamo le idee chiare sulle modifiche necessarie alla Costituzione. Silvio Berlusconi attacca “la Costituzione voluta da Renzi, che non aumenta gli spazi di democrazia, li diminuisce. Non aumenta l’efficienza, la diminuisce, non semplifica i processi legislativi, li complica. Non mantiene nessuna delle promesse di Renzi, neppure la riduzione del numero dei Parlamentari e dei costi della politica, che ci sono ma in misura irrilevante, quasi una presa in giro. In compenso, applicata insieme alla nuova legge elettorale, potrebbe consentire una vera e propria deriva autoritaria. Chi ha il 30% dei voti, e cioè il 15% degli aventi diritto al voto, potrebbe non soltanto governare ma impossessarsi di tutti gli organi di controllo”.

“Noi – chiarisce Berlusconi – non siamo affatto dei conservatori, neppure in materia istituzionale. Noi vogliamo spazzare via una cattiva riforma per creare le condizioni per una riforma diversa, migliore, e condivisa finalmente utile davvero agli italiani. La nostra riforma, la riforma che ci impegniamo ad approvare, deve comprendere alcuni punti fondamentali, per allargare e consolidare la democrazia e non per comprimerla come nel progetto di Renzi”. Quattro sono i punti principali: “Un limite costituzionale alla pressione fiscale”, “un taglio drastico al numero dei parlamentari, non più di 450, contro i mille attuali: 300 alla Camera, 150 al Senato”, “il vincolo di mandato per cui un parlamentare non deve poter cambiare schieramento, deve rispettare quello in cui è stato eletto. Se cambia idea, deve dimettersi e non potrà più candidarsi”. E infine “l’elezione diretta del capo dello Stato, in modo da sottrarla ai partiti e affidarla ai cittadini”. “Insomma – conclude -, vogliamo più democrazia e istituzioni più coerenti con la volontà degli elettori. Il contrario della riforma Renzi. Dal 5 dicembre, dopo la vittoria del No, abbiamo un altro grande obbiettivo da perseguire. Di fronte al fallimento di Renzi, e vista l’incapacità dei grillini a governare, sta a noi offrire una soluzione di governo credibile, sulla base di programmi seri e di alleanze stabili perchè definite nella chiarezza”. IlGiornale