Paternò, chiude il Pronto Soccorso. Precise responsabilità politiche

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Mangano e Torrisi

Mangano e Torrisi

di Andrea Di Bella

Ci hanno scippato l’ospedale, la notizia è questa. E non è neanche una notizia, gli addetti ai lavori questa eventualità l’hanno sempre ritenuta imminente nel tempo. I cittadini forse ci hanno creduto fino all’ultimo. Ma la notizia più importante non è che ci chiudono l’ospedale, che hanno iniziato dal Punto Nascita per passare alla chiusura della Pediatria ed infine giungere alla soppressione del Pronto Soccorso a totale vantaggio di Biancavilla e Bronte, quindi di Catania. La notizia è un’altra: a Paternò la politica, tutta la politica, da destra a sinistra passando per la maggioranza e giungendo all’opposizione, non ha lavorato a favore del mantenimento del nostro nosocomio ma si è alacremente impegnata al disfacimento del nostro presidio

Non vi è la firma in calce, ma parlano i fatti. Ed i fatti impongono l’individuazione delle responsabilità. La nostra città ha un sindaco che corrisponde al nome di Mauro Mangano, esponente del Partito Democratico, lo stesso partito che esprime il Governo regionale siciliano ed il Governo nazionale. Al sindaco è imputabile la responsabilità più grande, quella personale dell’inconsistenza politica in città ed ai livelli superiori di Governo. Non una presa di posizione, non una strigliata al suo partito, non una concertazione tra le forze politiche regionali, non un’azione forte anche personale e perfino simbolica. Niente. Sull’ospedale ha fatto orecchie da mercante, esponendosi il minimo e prendendo parte in modo defilato finanche alle manifestazioni pubbliche in difesa del nosocomio.

Insieme al primo cittadino, spiace dirlo, responsabilità enormi sono in capo anche al senatore paternese Salvo Torrisi, esponente di un partito (Nuovo Centrodestra-Area Popolare) che sostiene questo Governo regionale, vale a dire Rosario Crocetta, e che a Roma siede in maggioranza con Matteo Renzi ed esprime addirittura il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin. Un dettaglio vergognoso, quest’ultimo, che qualifica politicamente un parlamentare che in dieci anni di presenza romana non è riuscito a scongiurare, con la sua influenza politica (che oggi emerge essere totalmente inesistente) il progressivo smantellamento del SS. Salvatore. In un’intervista rilasciata a Freedom24 il 4 luglio del 2014, Torrisi dichiarò: “Vi è stato un atteggiamento intenzionalmente penalizzante per ridimensionare il nostro Presidio ospedaliero”, ed anche “La mia azione è finalizzata a tutelare Paternò e il suo territorio”. Torrisi sapeva che vi fossero delle intenzioni politico-sanitarie chiare, quindi, e promise un impegno puntuale. Sono passati due anni, l’ospedale chiude definitivamente.

I cittadini (e non solo i cittadini) sappiano che più di chiunque altro le responsabilità politiche sono da attribuirsi ai massimi esponenti politici della città, Mangano e Torrisi (rispettivamente sindaco e senatore della Repubblica entrambi esponenti di partiti alleati a Palermo e a Roma, ed in alcuni frangenti anche a Paternò), attualmente in carica, che esprimono incarichi di enorme importanza, e che nei fatti hanno permesso che il SS. Salvatore ce lo portassero via, nonostante gli ultimi colpi di coda (o di scena) di Torrisi con il suo esposto ai Carabinieri: un’azione che non si conviene ad un parlamentare di maggioranza e di Governo, alla stregua di un comune comitato civico come quello in difesa dell’Ospedale. Una sferzata istituzionale e politica senza precedenti, è ciò che ci si sarebbe aspettato da un senatore di maggioranza.

Si attende adesso la data definitiva di effettiva chiusura del Pronto Soccorso del SS. Salvatore di Paternò, con il contestuale trasferimento al presidio ospedaliero di Biancavilla. Città quest’ultima, a differenza di Paternò, dove sanno cosa significa fare politica.