Si allunga la polemica intorno alle dichiarazioni del cantautore napoletano Gigi D’Alessio, il quale ha ammesso di essere caduto in disgrazia economica da tempo, e di dover essere costretto a “cantare per i prossimi quindici anni anche per ripagare i debiti”. Da qui un tam tam mediatico senza fine, soprattutto sui social. In ultimo, un post pubblicato a notte fonda direttamente da D’Alessio sul suo canale ufficiale Facebook, da dove ha lanciato un’accusa anche al Partito Democratico di Torino, che avrebbe annullato la sua partecipazione (gratuita, sottolinea il cantante) alla Festa dell’Unità per giorno 3 settembre:
“Pur sapendo che questa mia lettera non guadagnerà la prima pagina del Corriere della Sera, non ottenendo quindi la stessa visibilità dell’articolo da voi pubblicato in data 1 settembre 2016, nel quale si evidenzia una mia enorme difficoltà economica, senza entrare nei dettagli, per non tediare chi mi legge, sento il desiderio di chiarire alcuni punti.
L’ingiusto sciacallaggio mediatico che sto subendo, è dovuto al fatto di essere stato accompagnato in investimenti sbagliati (il cui danno, ribadisco essere di gran lunga inferiore a quanto riportato, e sottolineo di essermi assunto l’onere di voler assolvere a tali responsabilità) e a mutui contratti con istituto di credito. Vorrei ricordare che i mutui vengono erogati solo se c’è l’acquisto di un bene, con lo stesso a garanzia del dovuto. Ma non per questo chiunque lo faccia viene crocefisso come accaduto a me.
Faccio anche presente a chi ha indagato nelle mia vita privata, che alcuni di questi sono stati accesi, benché mi dispiaccia ricordarlo, anche per finalità benefiche. Ho constatato che l’opinione pubblica è nettamente divisa in due. A quelli che mi attaccano deridendomi, vorrei ricordare che il lavoro è creato dall’impresa, ed io pur esponendomi ai rischi che ciò comporta, ho comunque creato lavoro per tante persone nell’indotto della mie attività.
A quelli invece che mi mostrano la loro solidarietà, vorrei tranquillizzarli e dirgli semplicemente GRAZIE. In ultimo ma non per ultimo, desidero rivolgermi alla direzione del Partito Democratico di Torino, nella persona del loro Vicepresidente Provinciale Bianco, che invocando la trasparenza, mi ha revocato l’invito (non retribuito) previsto per la festa dell’Unitá del 3 settembre 2016, solo per quanto mi sta accadendo, porgendogli i miei più cordiali saluti”.