Immigrati. Ci invadono con donne incinte per popolare l’Occidente?

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Silenziose. In fila sulle scale delle navi dei soccorsi. Quei pancioni e il loro volti la dicono lunga sulle sofferenze del viaggio, ma ora c’è posto solo per la speranza.

Saranno seguite dai medici, avranno dove vivere. Il sogno del Belpaese è realtà. E si allontana l’incubo di quello stupro subito prima di partire. Dietro quel macabro divertimento di carcerieri incapaci di rispettare la donna si cela un possibile disegno criminale. Ne sono convinti alcuni poliziotti, che operano a stretto contatto con gli immigrati. «Sono violentate non solo per mero passatempo, ma perché porteranno in grembo un figlio libico, magari islamico, per partorirlo in Occidente. È il disegno di un’invasione».

Sono 13mila gli immigrati raccolti in mare in 4 giorni. E le partenze non cesseranno fin quando non cambieranno le buone condizioni meteo-marine e in assenza di una politica che pone dei paletti per evitare la trasmigrazione di un intero popolo. Il risultato è l’affanno di chi cerca di svuotare il mare con un colino. Nulla è per caso perché anche quando vogliamo sforzarci di credere che chi si avventura su barconi precari sia in fuga da guerre, la provenienza dei migranti ci dà uno spaccato diverso. A Pozzallo si conferma il trend dell’arrivo di piccoli nuclei familiari libici. «Asseriscono di fuggire anche loro dice la polizia – perché è impossibile vivere in Libia viste le violenze e la mancanza di lavoro». E non dimentichiamo che più fronti ci avvertono che sui gommoni potrebbero infiltrarsi jihadisti.

Gli sbarchi continuano indisturbati. A Pozzallo, a Brindisi, a Reggio Calabria. Qui i due casi sospetti di malaria e tubercolosi oltre ai casi di scabbia e peducolosi danno contezza di un altro problema non indifferente. A Cagliari arriveranno 931 immigrati e l’Anci Sardegna chiede che il governo cambi linea. «Solo uno Stato folle e pericoloso può inviare altri migranti in Sardegna con un sistema di accoglienza al collasso», dice Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di FI. Mercoledì l’Hotspot di Pozzallo ospitava 1.700 persone a fronte di alcune centinaia di posti. Ed è sempre più difficile spostare i minori non accompagnati. Da inizio anno ne sono arrivati 14.700 secondo Save the children. L’Hotspot di Lampedusa scoppia. In un centro con 450 posti, 1500 ospiti sono un problema». L’unica soluzione del ministero dell’Interno è la rassegnazione delle quote alle regioni, che dovranno in pratica fare di più. Non si arriva a concludere le pratiche di uno sbarco che eccone un altro. Come a Pozzallo quando erano appena stati individuati i 7 scafisti dello sbarco del giorno prima che già mettevano piede in porto altri 500 immigrati. Tra gli arrivati è boom di richieste di asilo, ma solo 1 su 20 ne ha diritto. Il dirigente nazionale Consap, Igor Gelarda, cita i numeri che Angelo Trovato, il prefetto presidente della Commissione nazionale per il diritto di asilo, ha fornito alla commissione parlamentare di inchiesta. Tra il 2015-16 c’è stato un + 60% di richieste di protezione internazionale. «Mentre in Germania l’80% di chi ha fatto richiesta di asilo politico fugge dalla guerra dice Gelarda – i richiedenti asilo in Italia provengono per lo più da nazioni senza guerre. Ecco perché le commissioni hanno riconosciuto lo status di rifugiato solo al 4% dei richiedenti, la protezione sussidiaria al 13%, quella umanitaria al 18%. I ricorsi sono più di 35mila. E i 5mila che sono andati a conclusione hanno stravolto la decisione delle commissioni. Va rivista la normativa». IlGiornale