“E adesso, Signore, che si fa?”. Così il vescovo di Ascoli, Giovanni D’Ercole, durante i funerali di Stato di 35 delle 49 vittime marchigiane del terremoto del 24 agosto che si sono tenuti nella palestra del capoluogo. Ma durante l’omelia ci sono state anche parole di speranza: “Sotto le macerie c’è qualcosa che ci dice che le nostre campane torneranno a suonare”. Poi il prelato ha invitato a “stare insieme”, perché “siamo una sola famiglia” e è questa la “scialuppa di salvataggio nel mare in tempesta”. Alle esequie partecipano il capo dello Stato Sergio Mattarella, che in mattinata ha visitato Amatrice e Accumoli, il premier Matteo Renzi con la moglie Agnese, visibilmente commossa, i presidenti di Camera e Senato,Laura Boldrini e Pietro Grasso, e il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. I funerali religiosi delle vittime di Amatrice e Accumoli si svolgeranno martedì alle 18. A Roma e Pomezia si sono già tenuti alcuni riti privati.
Nel giorno del lutto nazionale, il bilancio provvisorio dei morti è intanto salito a 290. Nella notte sono stati estratti tre nuovi corpi dalle macerie dell’hotel Roma di Amatrice. Per ora risultano essere 230, in tutto, le persone rimaste uccise nel paese del Reatino. Restano 11 le vittime ad Accumuli e 49 ad Arquata. Sono poi 388 i feriti ricoverati in ospedale. Nelle zone colpite continua lo sciame sismico: dalla mezzanotte le nuove scosse sono state 92, che portano il totale a 1.332. La più forte, di magnitudo 4.0, è stata registrata in provincia di Ascoli Piceno, non lontano da Arquata del Tronto, alle 4:50. La Protezione civile ha dichiarato comunque finita la fase di prima emergenza. Ora inizia l’attività direcupero dei beni della popolazione sfollata e nelle prossime settimane verrà preparato il dossier per chiedere l’accesso al Fondo di solidarietà dell’Unione Europea.