Burkini vs bikini: da che pulpito questa Europa si permette di dare lezioni?

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burkini

di Giuliano Guzzo

Se c’è qualcosa di più irritante dell’opposizione al burkini – opposizione che ipocritamente arriva dopo che, insieme ad un’immigrazione fuori controllo, si sono allegramente accettate la costruzione di moschee, le scuole coraniche, la rimozione di Presepe e Crocifisso, addirittura la presenza islamica a Messa – è l’ossessivo richiamo, da parte di molti politici europei, a quei «valori occidentali» che sarebbero minacciati dal costume da bagno delle donne islamiche. Assurdo: gli stessi politici e più in generale la stessa Europa che non ha avuto particolare problemi a rinnegare le proprie radici cristiane, a perseguire una laicizzazione esasperata ostile al valore originale della laicità ancor prima che alle religioni, ad attaccare la famiglia approvando tutte le misure possibili e immaginabili – dal “divorzio breve” alle unioni civili, passando per la fecondazione extracorporea – per sfigurarla, e che è giunta ad impedire ad un grande Papa, Benedetto XVI, una lezione in una università fondata da un altro Papa, (Bonifacio VIII), ora si accorge che esistono «valori occidentali»? Com’è possibile? Lo stesso Occidente che grida contro la guerra, ormai, solo sfruttando mediaticamente le immagini di bambini feriti – come sta facendo in queste ore diffondendo le foto del povero Omram, diffusione che guarda caso coincide con una disfatta dei sanguinari “ribelli” foraggiati da America e alleati arabi vari – trova ancora il coraggio di moraleggiare?

Sia chiaro: mi sento, come molti, profondamente legato ai «valori occidentali» della tradizione europea e cristiana. Anche se rispetto la libertà religiosa di chiunque, non c’è dunque – da parte mia – nessuna forma di simpatia verso la cultura islamica, le sue usanze e i suoi costumi. Tuttavia non è possibile neppure accettare lezioni da coloro che, snaturando il diritto e abusando dell’autorità politica, da decenni non fanno che violentare tutto ciò che rimanda alle nostre radici in nome di una libertà assolutizzata che nulla a che vedere con la nostra storia e della quale rideva già Hegel, osservando che «quando si sente dire che la libertà in generale consisterebbe nel poter fare ciò che si vuole, una tale rappresentazione può essere presa soltanto per mancanza totale di educazione del pensiero» (Lineamenti di filosofia del diritto, Bompiani 1996, p. 103). Eppure i signori della distruzione occidentale voglio ridurci a questo: a paladini del bikini, a sacerdoti del topless, a guardiani della libertà dell’aperitivo. Come se fosse tutto qui. Come se non ci fosse qualcosa di molto più prezioso – per dirla con Pasolini – da difendere, da conservare e per cui pregare. Uno scrigno che i signori dei «valori occidentali», dagli Hollande e Valls alle Merkel, non hanno mai fatto nulla, ma proprio nulla per tutelare. Ed ora hanno pure il coraggio, proprio loro, di improvvisarsi fedeli e incorruttibili custodi della Bellezza europea, gente non disposta a transigere neppure su costumi da spiaggia non in linea con la nostra identità. Scusate, ma per chi ci avete preso?