Paternò. Adesso il sindaco deve dimettersi

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Mauro Mangano, sindaco di Paternò

Mauro Mangano, sindaco di Paternò

di Andrea Di Bella

Non lo farà perchè lo scollamento è totale. Scollamento non solo dalla città e dai cittadini – quest’ultimo un fatto incontrovertibile e riconosciuto privatamente anche e soprattutto dai suoi sostenitori – ma uno scollamento politico e amministrativo senza precedenti. Lo scorso anno l’aumento dell’addizionale Irpef tenne banco probabilmente come pochi altri temi. La tecnica è quella solita della sinistra: risolvere i problemi creati dall’Amministrazione non studiando apposite soluzioni anche sui più vari livelli di governo, ma tassando i cittadini. Studiarono l’addizionale Irpef al massimo consentito dalla legge, cioè allo 0,8%. Ne nacque un incredibile scontro politico e sociale in Consiglio, tra le forze politiche e nella città. La promessa di qualcuno: nel 2016 l’addizionale sarà dimezzata allo 0,4%. Fecero di tutto per farlo credere ai paternesi, non durò a lungo. La motivazione: senza studiare strade alternative al reperimento di fondi, senza tagli adeguati agli sprechi, senza una programmazione adeguata, ogni Amministrazione sarebbe arrivata alle ovvie conclusioni a cui è giunto anche il sindaco di Paternò, Mauro Mangano: votare nuovamente l’aumento dell’addizionale allo 0,8%, pena l’impossibilità nel chiudere il bilancio.

E’ andata esattamente così: la maggioranza non c’è più. O meglio, Mauro Mangano non ha più una maggioranza in Consiglio Comunale, che adesso esprime una maggioranza alternativa. In 16 su 30 oggi hanno votato sfavorevoli al nuovo aumento Irpef, stabilendo un dato politico da cui è impossibile sottrarsi: Mauro Mangano ha perso drammaticamente il sostegno dell’Assise Civica e non ha attualmente più la possibilità di proseguire il suo percorso agevolmente, per affrontare le enormi drammaticità che attanagliano Paternò. Da queste colonne giunge un invito fermo ma intellettualmente onesto a Mangano: si dimetta e lasci che la città intraprenda un nuovo corso politico alternativo e costituente, composto da tutte le donne e gli uomini di buona volontà che intendono mettere in campo un’alternativa storica. Adesso è il tempo, il sindaco se ne renda conto.