#Satira. L’inquinamento in Sicilia? Se ne lamentava già Polifemo

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Odissea

di Ruggero Zanetti Megazzini

“L’Italia senza Sicilia è come un cielo senza stelle” (Goethe),  “Sono arrivato qui dove giungono i sognatori” (Pascoli).  Sono solo alcune delle frasi celebri che grandi poeti hanno dedicato alla Sicilia. Che è una regione appartenente all’Italia, ma anche un’isola che si è staccata dal Nord Africa, ma anche un paese-satellite degli Americani.

Per essere onesti bisogna dire che molti siciliani vivono con la puzza sotto il naso: ovvero tante città e paesi siciliani  sono pieni di immondizia e la gente continua a vivere come se nulla fosse. Se non è snobismo questo! Eppure si vocifera che i siciliani siano di buon cuore e calorosi nei confronti di tutti. Questo modo di fare, ovvero di accogliere calorosamente turisti e forestieri, si manifesta anche per mezzo dell’ambiente circostante. Soprattutto nei mesi estivi, quando il turista vorrebbe gustare una cotoletta arrostita e un buon bicchiere di Nero D’Avola, in maniera spontanea iniziano a bruciare gran parte delle foreste siciliane ivi comprese la flora e fauna.  Il risultato finale? Tutti gli animali sono cotti a puntino e pronti alla degustazione da parte dell’ospite.

Un’altra meta ambita in Sicilia è il mare, e con esso i variegati colori che lo esaltano  giorno dopo giorno. Attenzione: il mare di norma è blu – al massimo azzurro – ma qui in Sicilia siamo più creativi e le nostre acque sfoggiano una grande varietà di colori.  In una certa zona, dove viveva un tale Polifemo (un gigante con un occhio solo, detto anche ciclope) il mare ultimamente è grigio se non bianco latte. Questa caratteristica è dovuta agli impianti fognari degli edifici, che scaricano a mare tutta la loro “materia” naturale donando all’acqua grandi benefici. Infatti basta stare immersi per pochi minuti per accorgersi una volta alzati che il corpo è subissato di cozze, funghi e vongole, da cucinarsi secondo il gusto personale.

Si vocifera che anche ai tempi di Polifemo si vivesse una situazione simile a quella attuale. La poca limpidezza delle acque indignò il gigante, il quale venne redarguito da un ingegnoso Ulisse che gli disse testuali parole: “Compagno Polifemo, sempre che ti lamenti: questa volta non potresti chiudere un occhio e fare finta di niente? Tanto siamo in Sicilia e il governatore Krocekta non ci ascolta”. Polifemo seguì il saggio consiglio di Ulisse e decise di condurre una vita da eremita rifugiandosi sul Monte Etna.

A proposito, sapevate che l’Etna è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità Unesco? I Siciliani la chiamano Mungibeddu ma poco importa: per lo stesso spirito di accoglienza sopra descritto, lungo tutto il tragitto per raggiungere la montagna sono abbandonati piatti, forchette, sedie di plastica e in alcuni casi anche televisori e frigoriferi, per i turisti che stanchi dei tornanti volessero utilizzarlo per qualche ora di svago e riposo. Vuoi mettere queste comodità 2.0, con un patrimonio naturalistico invidiato da mezzo mondo?