In Sicilia la grande ammucchiata contro il M5S. Micciché: “NCD con noi o muore”

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Una riunione riservata in un ristorante nel centro di Roma. È la cena delle grande intese. Quelle attuali, traballanti, che vedono l’Ncd appoggiare la coalizione che dal 2012 sostiene Rosario Crocetta. E quelle, future, proposte dai centristi: una coalizione dei “responsabili” che, attorno a un nucleo moderato, vada dal Pd a Forza Italia. Una Santa alleanza per battere i 5Stelle. È questo lo scenario di cui si è discusso a tavola l’altra sera: fra i commensali i rappresentanti siciliani di Area popolare (D’Alia, Cascio, Castiglione, Misuraca) e del Pd (Raciti, Faraone). Assente il governatore Crocetta. «Ma lo avevamo informato dell’appuntamento», si affretta a far sapere Fausto Raciti, segretario regionale dei dem.

L’input per una grosse koalition arriva dall’Ncd scossa dal caso-Schifani. Da un lato, il coordinatore Francesco Cascio minaccia la tenuta dell’alleanza: «Prima di ottobre decideremo se continuare a sostenere Crocetta: i risultati, finora, non sono soddisfacenti». Dall’altro, Cascio rivela che il suo partito «Lavora per la realizzazione di un’area moderata che comprenda anche Forza Italia. Questa aggregazione centrista – afferma – può essere alleata con il Pd in futuro: lo auspichiamo ma non è un obbligo».

L’idea è quella di sperimentare in Sicilia quella che Misuraca definisce «l’alleanza dei riformisti contro i populisti». E di una soluzione «che si opponga alle facili tesi populiste di M5S e Lega» parla pure Giovanni La Via, presidente della commissione Ambiente del parlamento europeo che è molto attivo in Sicilia in questi giorni: La Via è uno dei potenziali candidati al ruolo di governatore di quest’area politica. Il Pd, per ora, si oppone all’idea di uno schieramento tanto largo: «Imbarcare tutti, ex cuffariani e forzisti, non mi sembra una grande trovata: faremo solo il gioco di 5stelle», dice Raciti.

Ma il dialogo è avviato. E i moderati, che a settembre battezzeranno il loro nuovo soggetto politico, intendono portarlo avanti con forza: «Chi pensava, qualche settimana fa, che Renzi avesse aperto a una modifica dell’Italicum? Le posizioni rigide di questi giorni – prosegue Cascio – potrebbero essere riviste da parte del Pd. C’è già un banco di prova: la legge elettorale siciliana per gli enti locali, con la possibile intesa sull’eliminazione dei ballottaggi, è un primo test per questa intesa con Forza Italia».

I centristi sono convinti di avere il coltello dalla parte del manico: «Non credo che il Pd, dopo gli ultimi risultati elettorali, possa avere deliri di onnipotenza», ancora Cascio. Raciti getta acqua sul fuoco e si limita a sottolineare che «questa prima riunione di coalizione, dalla nascita del governo politico, è comunque un passo avanti». Ma il Pd deve sciogliere alcuni nodi: su tutti, quello della ricandidatura di Crocetta. Il governatore ne parla apertamente, fra i dem è una soluzione che piace a pochi. Il commissario di Fi Gianfranco Micciché, sull’altro fronte, dice no «a una riedizione del patto del Nazareno. Area popolare venga nel centrodestra o sparirà». La corsa alle Regionali, nei fatti, è cominciata. A tavola. Repubblica Palermo