Per il referendum costituzionale ci sarebbe già una data: il 6 novembre. Rinviato rispetto all’ipotesi iniziale di ottobre. È questo il giorno x per la sorte del governo e di Matteo Renzi, che sarebbe stato fissato ieri durante l’incontro fra il presidente del Consiglio e il Capo dello Stato Sergio Mattarella al Quirinale. Secondo La Stampa premier e Presidente avrebbero trovato un’intesa per la prima domenica di novembre. La prima opzione sarebbe stata quella di convocare gli italiani alle urne nell’ultimo finesettimana di ottobre, ma la concomitanza con la solennità di Tutti i Santi ha spinto il governo ad escludere una data che avrebbe favorito l’astensionismo, ma c’è già chi dietro il cambio di data legge anche un velato timore del presidente del Consiglio, che così ottiene sette giorni di campagna elettorale in più a favore del “Si” al Referendum. Già nelle scorse settimane alcuni parlamentari di peso del Pd avevano ventilato l’ipotesi di spostare la data del referendum addirittura alla primavera del 2017.
Nel frattempo Renzi deve ben calcolare i rischi di fronda interna, con decine di senatori delle formazioni minori che a vario titolo appoggiano il governo che sarebbero pronti a uno sgambetto, nel timore di non venire rieletti se si dovesse andare a votare con l’Italicum. In caso di crisi di governo, spiega sempre il quotidiano torinese Il Tempo e ripreso dal sito internet del Giornale, il presidente del Consiglio spingerebbe per tornare subito alle urne, con l’Italicum alla Camera e il proporzionale (“Consultellum”) al Senato. Mattarella, invece, preferirebbe posticipare un eventuale ritorno al voto a dopo l’intervento definitivo sulla legge elettorale. Per votare, spiegano dal Colle, serve maggior chiarezza.