Scappare dalla morte per trovare la morte

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sposi

di Valerio Musumeci

Se Emmanuel fosse vivo – invece è morto, è rimasto ucciso in una rissa di cui ancora non si è capito nulla, se non che si è consumata tra lui e alcuni abitanti della città di Fermo, dove viveva con la moglie – se Emmanuel fosse vivo, oggi, gli chiederei se ne è valsa la pena. Se il gioco sia valso la candela, perché lui e Chinyery scapparono dalla Nigeria per scappare dalla morte, che lì assume il nome di Boko Haram ma è la stessa che va mietendo dolore che si chiami al-Qaeda, Isis o al-Nusra. Insomma lui doveva scappare dalla morte per mano dei terroristi per finire ucciso da chi terrorista non è: non formalmente, perché il terrore che vive adesso la vedova, sola in un Paese straniero, non cambia in base alla mano dell’assassino. Assassinio è, la vicenda di Emmanuel. Non chiamiamola diversamente.

Che poi i giornali, gli osservatori, i politici non avrebbero mancato di dipingerci sopra il loro quadretto, vivendo nell’Italia dell’eterno commento, non c’era molto da dubitare. Che chi di dovere, vestito di verde, avrebbe approfittato per tirare su un altro po’ di consenso nemmeno. Ma la risposta di Emmanuel mi interesserebbe conoscerla, sapere che cosa ne pensa. Sapere se tornando indietro avrebbe il coraggio di rifare tutto da capo. Scappare dalla morte sapendo di trovare la morte. Ma lo so già, non c’è bisogno di disturbare ulteriormente l’anima dell’ucciso.

Queste persone sanno che può finire così. Sanno di andare a cercare il futuro in luoghi che gli sono ostili, checché se ne dica, nonostante le belle parole, nonostante i finanziamenti che qualcuno – non i profughi – intasca, nonostante le trasmissioni televisive e le parole dei politici perbene, che non sono poi diversi da quelli brutti sporchi e cattivi se non fanno proprio nulla per evitare queste tragedie, se non si pongono il problema dell’immigrazione né in bene né in male, se il loro lamento è seguito subito dopo da una risata, se la cosa più importante torna ad essere la poltrona dopo che per un attimo – anche solo per finta – era stata il dolore di quella vedova che resta sola in un Paese che non la vuole e dove girano dei pazzi capaci di uccidere – uccidere! – un uomo nel corso di una rissa. Sono convinto che Emmanuel tutte queste cose le sapesse. Il problema è che le sappiamo anche noi, e nonostante tutto continuiamo a dimenticarci di essere uomini