di Redazione
Premetto di non voler prendere in giro i fratelli musulmani, e di avere molta stima per la loro religione: dico questo per non essere frainteso ed evitare che un domani dobbiate mettere il “Je suis …” col mio nome per ricordarmi nei vostri profili Facebook. Il musulmanesimo ha molti fedeli, tra cui alcuni fondamentalisti che farebbero faville – e le fanno – per seguire alla lettera ciò che viene riportato nel Corano. Tra questi fondamentalisti c’è un gruppo terroristico che si fa chiamare Isis (Stato Islamico di Iraq e Siria), il quale è divenuto molto popolare ed infesta da mesi le testate giornalistiche. Il capo di questo gruppo si chiama Al Bakr al-Baghdadi, sopranominato “Califfo”, ed è vestito sempre di nero. Probabilmente è in lutto perenne oppure – ancora più probabile – è un sostenitore accanito della pasta con il nero di seppie e per coerenza indossa sempre una tunica nera. La sua fama è mondiale, e a rendere ancor di più leggendaria la sua immagine c’è il mistero che avvolge la sua barba. Si vocifera che vi si nascondano affaristi e carcarazze (uccelli di cattivo augurio). Però nessuno ha mai avuto il coraggio di chiederlo ad Al Baghdadi, perché potrebbe infastidirsi e reagire in malo modo.
I metodi utilizzati dal Califfo e da tutta la sua forza armata sono simili a quelli degli strozzini, ossia “tagliare la testa” a chiunque non segua la retta via. Il gruppo vanta numerosi incassi e il suo patrimonio è abbastanza elevato da poter pagare i dipendenti: per avere in linea di massima un’idea si parla di centinaia di milioni se non addirittura di miliardi di dollari. I dipendenti non sono altro che la forza militare dell’Isis, individui con barbe talmente lunghe che Babbo Natale a confronto viene considerato glabro. Ora, è mai possibile che con queste cifre da capogiro il Califfo non possa comprare due lamette per tagliare la barba ai propri sottoposti? Sicuramente Al Baghdadi non taglia la barba, perché non è un barbiere. In alternativa è un ottimo oratore, anche se dei suoi comizi non si capisce molto. Tende spesso a manipolare e rendere indecifrabile l’argomento, un po’ come i nostri politici. Con le dovute differenze: i nostri politici si fanno la barba.