di Redazione
Otto posti auto gratuiti in pieno centro a Catania. Detta così sembra una cosa buona: ma la vicenda di via Paternò e della Trattoria del Cavaliere – il locale che in quello spazio pubblico svolge attività di ristorazione da oltre quindici anni e adesso dovrebbe rinunciarvi per fare spazio agli stalli per le auto – sta diventando il nuovo “caso” che apre lo scontro tra la città e l’amministrazione Bianco. La contestazione dei lavoratori della Trattoria è iniziata questa mattina con un sit in proprio in via Paternò e la tenda montata sull’asfalto non lascia dubbi sulla volontà di continuare ad oltranza il presidio di protesta. Sul posto, oltre ai lavoratori e ai passanti incuriositi dal capannello, anche il consigliere comunale Manlio Messina, che con il collega Ludovico Balsamo ha contestato all’assemblea cittadina la scelta “vergognosa” di anteporre quello che si ritiene un capriccio alla tutela del commercio cittadino.
«Si gioca con il pane della gente. Questo abuso non lo consentiremo – dicono i due consiglieri in una nota – Siamo di fronte ad un atto vergognoso che supera le sconcezze pur gravi compiuti dalla disAmministrazione di Enzo Bianco nelle ultime settimane. Un’attività commerciale, in una città economicamente sempre più povera, è un bene da tutelare e proteggere. La Trattoria del Cavaliere, che da sedici anni lavora in questa strada e paga regolarmente ottomila euro di suolo pubblico all’anno, rischia di perdere il suo spazio vitale per un capriccio della giunta e del sindaco. Non possiamo tollerare che uno scempio come questo sia compiuto, lo abbiamo detto in Consiglio e in strada, protestando insieme ai lavoratori della Trattoria che stanno occupando il luogo contro l’abuso. Perché di questo si tratta, se da una parte si gioca con il pane delle persone e dall’altra si decide di nominare un consulente del sindaco a novantamila euro all’anno. Su questa vicenda saremo implacabili – concludono Messina e Balsano – e metteremo Bianco, che ora gioca a fare il sindaco metropolitano, di fronte alle responsabilità amministrative e morali che una scelta scellerata come questa comporta».