Dopo i giornali vengono le bombe. Come funziona il sistema della comunicazione mainstream

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di Francesco Maria Toscano

Centinaia di migliaia di cittadini europei vivono condizioni di miseria pressoché assoluta, privati di qualsiasi tipo di reddito e soggiogati da una disoccupazione galoppante che spaventa, paralizza e annienta generazioni intere. Di converso esiste una ristretta cerchia di super-privilegiati, composta da proprietari di Tv e giornali, banchieri, grandi industriali e titolari di compagnie di assicurazione, che ingrassa e banchetta proprio sulle disgrazie di una massa piegata e afflitta dalla depressione e dal bisogno. Quindi, alla luce di una premessa semplice e vera come quella appena proposta, non resta che trarre una chiara e solare conseguenza: i molti sfruttati devono combattere come un sol uomo contro i pochi sfruttatori, pianificatori ipocriti di strategie assassine che trovano compimento nello svuotamento del welfare, nella compressione dei salari e nell’aumento della disoccupazione. Detta così sembrerebbe facile… Nei fatti invece i tanti poveri, anziché unirsi per disintegrare e ridurre in cenere i pochi neonazisti che continuamente li bastonano protetti dalle tenebre, si combattono fra di loro.

I padroni sono oggi così sottili da poter tenere in schiavitù popoli interi senza ricorrere alle catene. E come fanno? Brandendo i media a mo’ di arma contundente, strumenti divenuti infernali perché scientificamente preposti alla manipolazione delle masse, ora svuotate di raziocinio e pensiero critico, e perciò consegnate infine nude e stolte alla mercé di pochi sadici carnefici. I media, come dimostrano libri seri e documentati come “Colonia Italia” di Fasanella e Cereghino, sono nient’altro che contenitori di “pizzini” vergati nell’ombra da emissari di una élite massonica e apolide; sono pistole di carta usate per delegittimare e sporcare i politici che difendono interessi diffusi e  generali (i cosiddetti “populisti”), e per magnificare contestualmente i personaggi più vili, loschi e senza scrupoli, mentitori di professione che con la scusa della crisi impongono ai deboli sacrifici insopportabili (quale “politico” vi viene in mente per primo?).

Il sistema mediatico dominante è occupato manu militari da tanti moderni “Capitani Meryll”, uomini di collegamento fra servizi di intelligence stranieri e potentati economici locali, bravissimi nel manovrare indisturbati facendosi scudo di una “libertà di stampa e di pensiero” che essi stessi vendono e mercificano di continuo. Ma di quale libertà stiamo parlando? La libertà di ripetere all’infinito come un ritornello che dalla crisi si esce con l’austerità? La libertà di costruire finti mostri, come l’Isis e Al Qaeda – prodotti di una scenografia tutta occidentale – indispensabili per legittimare guerre infami come quelle decretate da George Bush figlio in Afganistan prima e in Iraq poi? Liberi di raccontare l’uccisione del giudice Paolo Borsellino attraverso il racconto di “mafiosi da operetta” come Vincenzo Scarantino? Liberi di insultare continuamente il popolo italiano, dolosamente dipinto come irresponsabile e corrotto e perciò da porre sotto la stretto e necessario giogo di “razze” antropologicamente migliori come quella tedesca?

Non siete stanchi di fare i “compiti a casa” prescritti da Juncker, Schaeuble e Merkel, veicolati da tanti finti giornalisti che in realtà si limitano soltanto a firmare le veline predisposte da agenti del MI5 o di altre centrali occulte che per mestiere disinformano e intorbidano le acque? Fatevi furbi. Facendo tesoro dell’insegnamento di Orwell, bisogna adesso cominciare a considerare vero e plausibile l’esatto contrario di quello che viene raccontato da giornali come il Corriere della Sera, la Repubblica e La Stampa. Quante altre menzogne macroscopiche dovranno ancora scrivere prima che apriate gli occhi? Non pensiate infine che, per quanto perverso e spregevole, il gioco della disinformazione si perfezioni con il semplice “rincoglionimento di massa”. Quando la propaganda non funziona più, quando cioè i cittadini non sembrano più disposti ad accettare le versioni di comodo imposte dal “mainstream” ( esempio: “l’euro è irreversibile”, “l’austerità si può allentare ma non sconfessare”, “la Russia di Putin è il pericolo principale”), si apre quasi sempre la stagione delle stragi e delle bombe.

Gli emissari che oggi ottengono i risultati voluti semplicemente facendo pubblicare veline da giornalisti tenuti a libro paga, potrebbero in futuro non farsi scrupolo nel ricorrere a strumenti “meno convenzionali”. La storia italiana – da Piazza Fontana fino alle bombe del 1993 a Roma, Firenze e Milano – è piena di “misteri di Pulcinella” che rimangono tali solo perché gli assassini sono troppo più potenti del sistema legittimo che in teoria dovrebbe punirli. Quando le pistole e le bombe di carta (“oddio lo spread!”) non bastano più, quegli stessi mondi posano penna e calamaio e imbracciano mitra e fucile. In Francia – si pensi a Charlie Hebdo o al Bataclan –  quel momento è già arrivato.