#Sialletelecamere, dal web l’iniziativa per proteggere gli indifesi a scuola e nei centri disabili

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di Redazione

Si chiama #Sialletelecamere ed è un gruppo Facebook. Fin qui nulla di nuovo, di gruppi è pieno il social network: senonché questo ha raggiunto oltre 45.000 membri e se ne sono occupati giornali (La Gazzetta di Modena, il Corriere della Sera, La Repubblica) e televisioni (TG1, Pomeriggio Cinque). Perché #Si alletelecamere non è un gruppo come gli altri: chiede, come fa intuire il suo nome, l’installazione di sistemi di videosorveglianza in asili nido, ospedali, case di riposo. Per evitare episodi di maltrattamento destinati altrimenti a rimanere nel silenzio, di quelli che poi, quando sono scoperti e ne leggiamo con disgusto sui giornali, è ormai troppo tardi e non c’è nulla da fare.

E’ ciò contro cui combattono Cristina, Giuseppina, Ilaria, Ilenia e Ottavia, cinque mamme di diverse città che hanno dato vita al gruppo Facebook e contemporanemente sottoscritto la petizione su Change.org promossa da Giuseppe Spedicato, bolognese. «Diciamo sì alle telecamere obbligatorie negli asili, nelle scuole materne e nei centri per disabili e anziani – si legge nel testo della petizione, che raccoglie già oltre sedicimila sottoscrittori – Muoviamoci tutti insieme per ottenere questo grande risultato. Dopo l’ennesimo episodio avvenuto in un asilo in provincia di Modena [dove una bambina di origini kosovare è stata maltrattata, ndr], chiediamo che questa vergogna si fermi nel rispetto e nella tutela dei minori, dei più piccoli e degli indifesi. Gli asili e le materne devono aiutare i nostri figli a crescere divertendosi, nella spensieratezza e nella gioia che solo l’infanzia e la tenera età possono dare. I centri disabili e le strutture per anziani devono aiutare tutti i loro ospiti a vivere sereni in struttura e devono saperli accogliere nel miglior modo possibile. Un sistema di video sorveglianza può e deve inibire queste maestre e questi operatori violenti con l’obiettivo, comune, di riportare serenità negli ambienti pubblici e privati dove i nostri cari passano gran parte della loro giornata».

A questa iniziativa si unisce appunto #Sialletelecamere. I membri hanno avanzato una serie di richieste alle autorità che comprendono la selezione del personale con test psicologici, obbligo di formazione (pedagogica, psicologica, relazionale), verifica periodica della stabilità emotiva dell’operatore, supervisione nelle strutture con l’ausulio di un coordinatore pedagogico esterno, pena certa e severa in caso di reato e naturalmente telecamere obbligatorie da supervisionare in caso di necessità da parte delle Forze dell’Ordine. «Abbiamo stilato un progetto basato sulla prevenzione e formazione di tutto il personale che lavora con minori, indifesi, disabili, anziani – dice a Freedom24 Ottavia Bardaro, una delle mamme promotrici dell’iniziativa – Il nostro punto di partenza è l’istallazione delle telecamere fruibili dalle forze dell’Ordine». Un’iniziativa, quella del gruppo, ambiziosa perché obbiettivamente complessa nella realizzazione. L’importanza del fine dovrebbe però riuscire a superare ogni ostacolo