di Valerio Musumeci
Si sono dovute ascoltare, durante questa Pasqua macchiata di sangue – attentati a Bruxelles il 22 marzo, la strage dei bambini a Lahore il 27, il sacerdote cristiano Thomas Uzhunnalil che sarebbe stato ucciso in Yemen il giorno di Venerdì Santo, ma altre fonti ci dicono che sarebbe ancora vivo sebbene nelle mani dell’Isis – si sono dovute ascoltare, dicevamo, frasi senza senso di importanti uomini politici i quali avrebbero finalmente individuato il responsabile della carneficina permanente che stiamo vivendo: papa Francesco, naturalmente.
Colpevole di avere lavato i piedi, secondo un rito millenario iniziato da Gesù Cristo in persona, a tre musulmani i quali avrebbero anche beneficiato di un bonus economico erogato dal Santo Padre in persona. Apriti cielo: mentre l’Islam fa la guerra al mondo il capo della Chiesa Cattolica si china a baciare i piedi dell’Islam medesio, e per di più regala dei soldi che certamente saranno stati mandati per vaglia ad Al Baghdadi in persona. Il livello della polemica è bassino, ce ne rendiamo conto. Drammaticamente, tuttavia, in questi giorni di paura le polemiche basse assurgono a critiche di merito, chi le fa diventa statista e cresce nei consensi, la morte ridiventa lucro per il beneficio elettorale di tutti i cavalcatori di disgrazie, di ogni colore politico, di ogni estrazione culturale, destra sinistra e centro perdono di significato di fronte al mercimonio orribile fatto da alcuni sulla carne ancora calda di chi non c’è più.
Il papa, invece, ancora c’è. Grazie a Dio. Ed essendo l’ultimo baluardo della razionalità – che paradosso! – in un Occidente tutto caduto nel gioco di chi ci vuole male (attentato-guerra-nuovo attentato è schema ormai consolidato, perlomeno dall’11 settembre 2001 in qua), finisce per subire le critiche di chi in quel gioco insensato e pericoloso ci sguazza, campandoci come un anfibio. Metti il solito Salvini: «Quel centro [il Cara di Castelnovo al Porto, ove si è svolta la lavanda dei piedi bersaglio delle critiche, ndr] ospita 892 immigrati, al 70% dei quali leggiamo sia già stata bocciata la richiesta di asilo politico: gli “omaggiati” dal Santo Padre sono davvero profughi o sono clandestini? A ciascuno degli 892 immigrati il Vaticano oggi regalerà del denaro: potranno contare su quei soldi anche i disoccupati italiani?» No, essendo i disoccupati italiani qualche milione: pertanto il papa è cattivo, è contro gli italiani e a favore degli extracomunitari, forse – come anche qualcuno sostiene – è musulmano sotto copertura e sta cercando di distruggere definitivamente la Chiesa Cattolica e la “libertà occidentale” (l’amico Mario Adinolfi ci ricorda pressoché giornalmente che detta “libertà” è difesa dei valori e della cultura cristiano-cattolica e prima ancora giudaico-cristiana che ha fatto, pietra su pietra, Roma e l’Occidente: ma questi pasdaran del cristianesimo si occupano di Gesù solo quando fa comodo a loro).
Magdi Cristiano Allam – sulla cui carriera di politico e opinionista ci permettiamo di glissare – si esprime sulla stessa vicenda suggerendo addirittura di “liberarsi” dell’ostacolo alla corretta interpretazione del problema islamico (l’ostacolo, va da sé, sarebbe il Santo Padre): «Sarebbe bene che Papa Francesco imparasse che Allah non è il nostro Dio, che i musulmani non considerano che il Dio Padre e Gesù siano la stessa cosa di Allah. Cari amici, questo relativismo religioso contraddice la ragione e svilisce la fede cristiana. Liberiamocene. Basta con la legittimazione dell’islam. Basta con la delegittimazione del cristianesimo». Sante parole: Magdi Cristiano non afferra tuttavia che la vera delegittimazione del cristianesimo avviene quando qualcuno (lui e Salvini, per esempio) sceglie strumentalmente di trattarlo come una realtà politica e non come un portato di millenni di fede religiosa e dialogo con Gesù Cristo in persona. La cosa diventa complessa, dunque affrontiamola con calma e per gradi.
La fede cristiano-cattolica vede in Gesù l’inizio e la fine di tutte le cose. E’ il concetto dell’alfa e dell’omega, all’interno del quale si iscrive un altro famoso motto cristico: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”. Gesù è, quindi, non soltanto l’inizio e la fine ma lo stesso percorso che conduce dall’inizio alla fine. Per essere compiutamente realizzata, la via del cristiano non può limitarsi a riconoscere di partire da Lui e a Lui tendere, ma deve affrontare il percorso dettato da Gesù con la Sua parola e il Suo insegnamento, senza cadere nelle debolezze (“non ci indurre in tentazione”) e affidandosi a Lui per non cedere ai nemici (“ma liberaci dal male”). La visione di Salvini e Magdi Cristiano – la polemicuzza strappavoti, cioé – verte solo sul primo punto: Gesù come inizio e fine e il cristianesimo come base dell’Occidente. La soluzione da essi proposta, tuttavia, la radicalizzazione del conflitto sociale tra cristiani e arabi, le folli intenzioni guerreggianti nella polveriera libica e mediorientale, la bassezza del linguaggio adoperato per avvallare queste opinioni, tutto ciò se parte per difendere il concetto “alfa-omega” perde completamente di vista il “giusto percorso” che il cristiano deve compiere per arrivare dall’Inizio alla Fine. Se anche l’intenzione fosse buona, dunque, il modo di realizzarla è sbagliato: tutto ciò, naturalmente, per la prospettiva cristiano-cattolica da cui parte il nostro ragionamento.
Il papa, proprio come Gesù, fa cose che fanno infuriare i benpensanti (all’epoca scribi e farisei, oggi politici e/o opinionisti). Gesù compiva miracoli e guarigioni anche per i pagani, provocando l’ira funesta degli ebrei, per i quali queste cose erano destinate al solo popolo eletto. Durante la Santa Messa, quando recitiamo il Credo, l’unico nome citato è quello di un pagano (Ponzio Pilato), e prima di andare a fare la Comunione recitiamo una preghiera uscita dalla bocca di un centurione romano: “O Signore, non sono degno che tu entri nella mia casa, ma dì soltanto una parola ed io sarò salvato”. Stiano attenti, dunque, i Salvini e i Magdi Cristiano a criticare papa Francesco sul suo terreno: potrebbero scoprire, meraviglia delle meraviglie, che il papa è il papa e in certe cose non può sbagliare. E mentre tutto cade, com’è suo dovere, invita a rialzarsi senza cedere a estremismi.