Il centrodestra del dopo-Bologna vale il 31% (senza Berlusconi in campo)

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Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, leader dei maggiori partiti del centrodestra (Fratelli d'italia, Forza Italia e Lega Nord).

Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, leader dei maggiori partiti del centrodestra (Fratelli d’italia, Forza Italia e Lega Nord).

E’ una considerazione veritiera e incontrovertibile. Considerata l’assenza dalle piazze e dalle televisioni del leader di Forza Italia, il centrodestra rappresentato oggi proprio dagli azzurri, dalla Lega di Salvini e da Giorgia Meloni con i suoi Fratelli d’Italia riesce ad insidiare il Partito Democratico di Matteo Renzi (sfiancato anche da una scissione non da poco a sinistra, con la costituzione del nuovo contenitore uliviano “Sinistra Italiana”, in mano a Stefano Fassina, ex responsabile economico del Pd e acerrimo rivale politico del premier). Stiamo parlando di percentuali importanti, considerate le difficoltà oggettive in cui ha dovuto insistere Berlusconi negli ultimi mesi e nelle ultime settimane. 

Il sondaggio del lunedì del Tg di La7 premia comunque il partito anti-sistema di Grillo e la Lega, quella che è ormai (anche da ciò che si è visto a Bologna domenica scorsa) la forza trainante del centrodestra, insieme con Forza Italia. Il Partito di Renzi perde in una settimana uno 0,6% stabilendosi al 31,6; i grillini guadagnano lo 0,4 portandosi al 27,7 ossia quattro punti appena sotto la corazzata democratica che continua a imbarcare acqua. Per il Carroccio, un +0,3% che lo issa al 14,4%, oltre due punti e mezzo sopra gli azzurri di Silvio BerlusconiFratelli d’Italia perde lo 0.2% passando dal 5 al 4.8. Sel – Sinistra Ecologia e Libertà sale dal 3.3 al 3.4 mentre il Nuovo Centro destra di Angelino Alfano scende dal 3.1 al 2.8. A conti fatti, se si votasse domani con la nuova legge elettorale Italicum, che offre un premio di maggioranza alla lista e non alla coalizione, avremmo un centrodestra unito in un’unica lista (verosimilmente chiamata Lega Italia), che si attesterebbe al 31%, un Partito Democratico con il 31,6% e il M5S al 27,7%. Il sondaggio non tiene conto della già citata scissione a sinistra del Pd, che abbasserebbe e non di poco le percentuali del Pd. Da considerare anche l’assenza mediatica di Berlusconi, che a tempo di elezioni ha sempre garantito circa un +4/5% agli azzurri. Oggi, quindi, il centrodestra italiano dimostra di essere nei numeri molto competitivo.