In Sicilia alleanza Alfano-Pd. Vertice nell’hotel dei misteri

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Il Grand Hotel Et Des Palmes di Palermo è luogo di antichi misteri. Nel 1933 ci venne a morire lo scrittore francese Raymond Roussel, autore di Locus Solus, in circostanze così oscure che nemmeno Leonardo Sciascia – uno che trovava la soluzione prima che il delitto fosse commesso – riuscì a chiarirle nell’inquietante Atti relativi alla morte di R.R..

Fosse solo per questo, la Sicilia è piena di roba irrisolta, di cascine luogo di riti nascosti come quella di Aleister Crowley a Cefalù, detta pomposamente Abbazia di Thelema; ma al Des Palmes si tenne pure, nel 1957, la grande riunione dei padrini dei due mondi: presenti i boss di Cosa nostra americana Lucky Luciano, Charles Orlando, Frank Garofalo, Giuseppe Bonanno, Vito Vitale, Carmine Galante e Santo Sorge; e i padrini siciliani Vincenzo Rimi, Cesare Manzella, Rosario Mancino, Domenico La Fata, Calcedonio Di Pisa e Nicola Gentile. C’era poi Genco Russo, il “principe” che Pippo Fava ebbe modo di incontrare anni dopo, descrivendo l’occasione come un “onore” (in televisione, rispondendo a Enzo Biagi, una settimana prima di essere ucciso). Oggetto del summit la riorganizzazione di Cosa nostra in Sicilia e l’avvio di nuovi rapporti commerciali con la potente consorella americana. Un giovane fotoreporter de L’Ora, il giornale di Palermo, si intrufolava nella hall sperando di cogliere qualche immagine dell’incontro: veniva scortato fuori con la consueta dolcezza. Se qualcuno trovasse ancora pochi elementi per scriverci un film, sul Des Palmes, diremo che nella stessa sala del vertice tra i boss Richard Wagner, nel 1881, aveva completato la scrittura del suo Parsifal.Luogo di antichi misteri quell’hotel, dicevamo. Assai meno misteriosa la riunione che ivi si è tenuta, giovedì scorso, tra il segretario regionale del Pd Fausto Raciti, il deputato Antonello Cracolici e gli esponenti del Nuovo Centro Destra Dore Misuraca e Francesco Cascio, insieme al presidente dell’Udc Giampiero D’Alia. Tema: l’appoggio di NCD al morituro governo regionale di Rosario Crocetta, così sintetizzato da Misuraca al termine della riunione: «Ncd e’ pronto a sostenere le riforme necessarie per lo sviluppo della nostra Regione. A noi interessa, esclusivamente, il bene ed il futuro della Sicilia e con questo spirito abbiamo avviato un patto per individuare le riforme da potere condividere nell’esclusivo interesse dei Siciliani. Siamo convinti che la crescita dell’Italia passi dal Sud e, più che mai, dalla Sicilia».
Il legittimo intendimento degli alfaniani (indizio ulteriore che a Crocetta manca poco: il momento migliore per entrare a Palazzo e distribuire un po’ di prebende da sfruttare poi in campagna elettorale), espresso in un luogo così ricco di storia come il Des Palmes, non poteva non soddisfare il presidente della Regione. Crocetta è uomo di buone letture: e quanto riportato da Giuseppe Lo Bianco sul Fatto Quotidiano di ieri lo conferma: «Le riunioni non le faccio all’hotel delle Palme, per carità, è bellissimo, ma è storicamente datato», ha detto il presidente. Il problema è però un altro: quale delle vicende che lì si sono svolte Crocetta vuole reinterpretare? Perché il presagio incombe sul capo del governatore, personaggio di romanzo che si vuole eroe. Chi sarà? Lo scrittore visionario e un abbastanza tossico raccontato da Sciascia o il cronista che intrufolatosi a seguire il meeting di Cosa nostra veniva buttato fuori? Dipende tutto da quanto il presidente sa delle manovre che il partito di Alfano sta tessendo.

Se Crocetta sa o pensa che con il sostegno di NCD potrà portare a casa la legislatura (il suo sogno), allora è Raymond Roussel ad esserne metafora. Drogando la maggioranza non otterrà altro che infittire a se stesso il mistero della fine anticipata del governo. Se invece il presidente non sa nulla, e assiste solo da lontano all’incontro tra i vertici del suo partito e i rappresentanti di Alfano, è il reporter ad esserne immagine: buttato fuori dal summit, accompagnato all’uscita con la forte dolcezza di chi si appresta a spartirsi gli ultimi pezzi di torta. E occorrerà ricordare che Crocetta è nevrotico ma non è un principiante. Difficile che dell’Hotel Et Des Palmes lo colpisca soltanto l’estetica. Resta da capire in quale seno (la commissione Bilancio?, suggerisce Lo Bianco) accoglierà i nuovi venuti. Sapremo allora concretamente quale nuova storia si è tessuta nelle stanze di quell’hotel che ospitò tanti misteri.

Valerio Musumeci

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