Ricordiamo tutti che nel 1990 l’America scatenò una guerra in Iraq per dei pozzi di petrolio, una guerra che ha lasciato una eredità di instabilità per tutto il Medio Oriente e il divagare del terrorismo, piaga e minaccia del mondo intero. È di questi giorni la notizia della distruzione di un antico Monastero cattolico e della profanazione delle reliquie di un santo, ultimo atto di quella strategia di chi sta distruggendo ogni segno della cultura nel Medio Oriente: di fronte a questo scempio il mondo occidentale non si muove. Due pozzi di petrolio non valgono una storia che viene cancellata dal fanatismo islamico. Di fronte al potere del denaro, non valgono nulla i templi di Palmira rasati al suolo, le statue picconate, le chiese bruciate. Questo è segno non solo della barbaria del terrorismo, ma anche della debolezza del mondo europeo ed occidentale laicizzato e senza convinzioni, dimentico della sua storia e delle sue radici cristiane. Un occidente che, piuttosto che rispondere al grido disperato che si leva da queste regioni martoriate, anziché operare per la pace e la riconciliazione, rimane indifferente o peggio ancora arma, addestra e rifornisce chi perpetua la devastazione ed infligge nuovi lutti e sofferenze alla popolazione civile e cancella la storia. Una organizzazione come l’Unesco che continua a cercare, per includere nella lista del Patrimonio dell’umanità, beni da salvaguardare e valorizzare, ma che poi non fa nulla, non protesta, non alza la voce per salvare dei beni storico-culturali da una sistematica e brutale distruzione. Non possiamo e non dobbiamo tacere. Nessuno può tacere davanti a tutta questa devastazione anche perché un’umanità senza storia è umanità senza speranza. È tempo che l’Occidente si muova.
Padre Salvatore Alì