Giuseppe Castiglione (Ncd), risulta essere tra i sei indagati per turbativa d’asta nell’inchiesta della Procura di Catania sull’appalto per la gestione del Cara di Mineo. Lo si rileva dagli atti dell’inchiesta ed è riportato dal quotidiano siciliano online LiveSicilia. La notizia ha trovato riscontro nel decreto di perquisizione eseguito ieri da carabinieri del capoluogo etneo negli uffici comunali di Mineo, compresa l’acquisizione di tutti gli apparecchi informatici e i supporti digitali negli uffici in uso diretto e indiretto del sindaco, ed emesso dal procuratore Giovanni salvi e dai sostituti Raffaella Agata Vinciguerra e Marco Bisogni. Nel decreto di sette pagine, che vale anche come informazione di garanzia, ci sono i nomi dei sei indagati: Giuseppe Castiglione, che è anche deputato nazionale e coordinatore del Ncd in Sicilia, “nella qualità di soggetto attuatore per la gestione del Cara di Mineo”; Giovanni Ferrera, “nella qualità di direttore generale del Consorzio tra Comuni, Calatino Terra di Accoglienza”; Paolo Ragusa, “nella qualità di presidente della Cooperativa Sol. Calatino”; Luca Odevaine “nella qualità di consulente del presidente del Consorzio dei Comuni”, e i sindaci di Mineo e Vizzini, Anna Aloisi e Marco Aurelio Sinatra. Nel decreto la Procura ipotizza che gli indagati “tubavano le gare di appalto per l’affidamento della gestione del Cara di Mineo del 2011, prorogavano reiteratamente l’affidamento e prevedevano gara idonee a condizionare la scelta del contraente con riferimento alla gara di appalto 2014”.

Un’immagine che ritrae la visita di alcuni parlamentari (tra cui il senatore di Ncd Salvo Torrisi, il terzo da sinistra) insieme al sindaco di Mineo, Anna Aloisi. All’estrema destra in abito chiaro anche Luca Odevaine, uomo ritenuto anello di congiunzione tra Giuseppe Castiglione (oggi indagato per turbativa d’asta) e la gestione del Cara di Mineo / FOTO Andrea Annaloro
Tra gli indagati anche il sindaco di Mineo, Anna Aloisi, che partecipò ad una conferenza stampa indetta per il 28 aprile dello scorso anno ed organizzata dal consorzio calatino “Terra d’Accoglienza”, alla quale parteciparono la stessa Aloisi in qualità di presidente del Consorzio (quindi organizzatrice), la deputata Luisa Albanella del Partito Democratico, il senatore paternese Salvo Torrisi del Nuovo Centrodestra e i Sindaci dei Comuni di Licodia Eubea, San Michele di Ganzaria e San Cono. La conferenza fu preceduta dalla breve visita del centro da parte dei parlamentari, gli unici due ad aver risposto al diretto invito di Anna Aloisi. A non partecipare a quell’incontro, pur essendo invitati, furono i deputati Pd Giuseppe Berretta (che tuttavia ha sostenuto di non aver ricevuto alcun invito) e Giovanni Burtone, il deputato Gianluca Rizzo del M5S e i senatori Vincenzo Gibino di Forza Italia e Giuseppe Pagano di Nuovo Centrodestra. Ed inoltre il Sottosegretario Giuseppe Castiglione, che oggi risulta iscritto nel registro degli indagati. Nell’invito si parlava di sollecitare “l’attenzione istituzionale adeguata alla serietà che il tema propone», considerato «il proliferare di notizie artificiose e di ricostruzioni forzate sullo stato della gestione del Cara alimentate da alcuni organi di stampa» e «le strumentalizzazioni della politica ispirata all’estremismo e dei media collaterali alla stessa», vista anche la «coincidenza con l’avvio della campagna elettorale per le elezioni europee e la prossima pubblicazione del bando di gara per la gestione del contratto di accoglienza”.
In quell’occasione, il senatore Salvo Torrisi di NCD (riferimento politico di spicco di Giuseppe Castiglione e Pino Firrarello nella provincia di Catania ed in particolare a Paternò), ebbe a dichiarare che “Il Cara è un biglietto da visita, una rappresentazione positiva della nostra Italia, un modello pienamente riuscito di accoglienza». «La Sicilia – ha continuato Torrisi – che è una terra che ha molte contraddizioni, in questo caso dà una rappresentazione al mondo e anche alla nostra Italia di una capacità di intervento di ottimo livello su un tema che oggi cruciale”. Il sindaco Aloisi, oggi indagata, in quella conferenza stampa difese a spada tratta la gestione del centro di accoglienza, oggi al centro di una enorme inchiesta giudiziaria.