Le risposte che sta mette in campo l’amministrazione relativamente l’emergenza sicurezza a Paternò sono reputate sufficienti?
Sono risposte non pienamente sufficienti e nella maggioranza dei casi sono tardive. Se sono tardive, perdono quindi di effetto e di forza nell’azione che è incisiva quando è più rapida e veloce. Non dimentichiamo che a seguito di un percorso funebre dove il fercolo di un esponente mafioso veniva osannato, l’amministrazione non è intervenuta né durante né dopo. Questo fa parte della non azione dell’amministrazione. Personalmente, insieme ad altri consiglieri comunali, abbiamo voluto una unione nell’azione. La criminalità va combattuta in modo unito indipendente dai colori politici. Noi abbiamo più volte dovuto sollecitare il sindaco.
Il Prefetto di Catania ha detto che, ove arrivassero delle richieste da parte dell’amministrazione, non ci sarebbe alcun problema nel recepirle e nel reagire. Che vuol dire?
Che il sindaco deve chiedere in maniera forte e decisa un intervento delle Istituzioni ai massimi livelli. Se è il caso anche con una protesta plateale. Se a seguito di una sollecitazione ordinaria il sindaco non ottiene risposta, è chiaro che è automaticamente autorizzato ad agire in modo forte. Paternò ha bisogno di sicurezza e controllo. I Carabinieri hanno bisogno di un surplus di forze, di un intervento straordinario ma continuativo nel tempo. Uomini in più per un lungo periodo, in modo da mantenere la situazione sotto controllo.
Perchè il Consiglio Comunale all’aperto?
Perché si è sentita l’esigenza di parlare alla città in un luogo simbolo delle Istituzioni paternesi: c’è la stazione dei Carabinieri, c’è stato il Tribunale e ci sono le scuole. Era simbolico e importante lanciare un messaggio al di fuori delle mura del Palazzo di Città. Un messaggio che fosse incisivo più di altri. L’obiettivo probabilmente è stato raggiunto, desideravamo che il sindaco esponesse con maggiore chiarezza la situazione al Prefetto, volevamo che venisse detto in modo chiaro quanto fosse necessaria la convocazione del consiglio provinciale per la sicurezza.
Resta ferma l’opposizione all’amministrazione.
Assolutamente. Il tema sulla sicurezza non lo considero un tema politico ma un tema culturale. La lotta alla criminalità è un tema sul quale nessuno poteva fare un passo indietro. Non può esserci scontro su questo, quindi. Resta la delusione sulla totalità dell’azione politica e amministrativa di questa compagine.
Quindi anche sulle aliquote permangono le criticità.
In primis l’addizionale Irpef: l’amministrazione ha ritardato sia su una proposta di delibera di noi consiglieri comunali, ed a Febbraio sulla proposta di delibera di iniziativa popolare proposta da un comitato di cittadini che attraverso una sottoscrizione hanno chiesto forte alle Istituzioni di modificare lo 0,8%. Sull’Ama sono stato tra i primi a sollevare la questione, abbiamo incontrato il presidente che ha dato disponibilità nel rivedere le tariffe che verranno ridotte. L’ultima fascia, che prevede un costo al metro cubo superiore, verrà certamente allargata. Non è possibile fare più nulla, purtroppo, sulle tariffe che riguardano i rifiuti. La Tari è al massimo storico ed è bene che i cittadini sappiano che paghiamo un milione di euro in più per il servizio. La differenziata è scesa vertiginosamente toccando il minimo storico, intorno al 20%. Le convenzioni non sono più in auge in quanto alcune piattaforme del cosiddetto “umido” non sono più disponibili. Non si è mai fatta una gara seria né un piano finanziario serio. Abbiamo costi elevatissimi ed un servizio pessimo. L’Imu sulle seconde case è al massimo. Stiamo cercando in commissione di abbassare ulteriormente l’Imu sui terreni agricoli e ridurre anche quella sugli altri fabbricati. Proprietà non vuol dire necessariamente reddito.
L’alternativa all’amministrazione?
E’ nelle mani della città e di chi si è contrapposto a questo sindaco. Chi lo ha sostenuto alle scorse elezioni e durante questa esperienza amministrativa, che lo sostenga anche al prossimo appuntamento con gli elettori. Chi in modo forte è stato all’opposizione, quindi, è chiamato a pieno titolo a costruire un’alternativa.
Quale leadership?
Bisogna rivolgersi ai cittadini ancor prima delle elezioni vere e proprie. I tempi sono maturi ed iniziare a parlarne è importantissimo. Ad Acireale si è coinvolta la cittadinanza ed è andata bene. Bisogna coinvolgere tutti, al di là dei partiti. Le primarie sono l’unico modo per sciogliere il nodo sul progetto che sarà. Bisogna confrontarsi con i programmi e le capacità nell’attuarli. Esiste un’alternativa ma non potrà essere obbligatoriamente vincolata alla sola area del centrodestra. Appartenere all’area moderata non può essere un obbligo per gli interlocutori, ma senza dubbio uno tra i requisiti fondamentali del dibattito. Si deve attuare una inversione di tendenza totale sulla città, vittima della incapacità amministrativa.