In questi giorni è girata una notizia sui social network, dove si diceva che in Olanda saranno dismesse un terzo delle chiese per essere vendute e destinate a diventare palestre, supermercati o piste da skateboard, come, del resto, da tempo avviene anche in Danimarca, Germania e Inghilterra. La causa di tutto ciò è, sempre secondo la notizia, la presunta omofobia della Chiesa Cattolica, che fa scappare i fedeli e destinare alla chiusura le chiese. A questa notizia tanti atei anticlericali cattolici hanno esultato, rammaricandosi che ciò ancora non avviene in Italia e augurandosi che anche da noi ci si arrivi presto. Ora, premesso che a me sembra proprio una bufala, anche perché la foto che accompagna la notizia ritrae una chiesa con dei ragazzi che pattinano dentro, ma con una stranezza e cioè, se fosse vero che si tratta di una chiesa sconsacrata e trasformata a pista da pattinaggio, non dovrebbero esserci delle immagini sacre come invece si vede nella foto. Va considerato, inoltre, che le nazioni citate sono paesi a maggioranza protestante e quindi è probabile che queste luoghi siano chiese protestanti che vengono dismesse, dato che la crisi di fedeli è anche e soprattutto di queste Chiese separate. Ma, se anche fosse vera la notizia, dove sta il problema? Vuol dire che si ritornerà alle origini della Chiesa, quando ci si riuniva nelle case o anche nelle catacombe per ascoltare la Parola e “spezzare il pane”, perché il cristiano non ha bisogno di un tempio fatto da mani d’uomo per vivere e celebrare la sua fede e il suo amore per il Signore, ma, come scrive S. Pietro nella sua prima lettera: «Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo» (1Pt 2,4-5). Certo dispiace che la cultura relativista di oggi, sta portando alla desertificazione spirituale soprattutto in Europa, ma ciò può essere anche una sfida per la Chiesa per un ritorno alla sua essenziale missione religiosa, quella di richiamare le persone allo scopo ultimo dell’esistenza e ridiventare lievito anche per la società odierna. Una parola, però, va detta a quei “fratelli” che esultano a notizie del genere e che, per questo, mi assomigliano molto a quei “terroristi dell’Isis” che continuano a distruggere edifici sacri e siti archeologici di inestimabile valore: se anche le chiese fossero vendute, distrutte, trasformate, pensate che sia un bene per l’umanità? Distruggere la “bellezza” aiuta l’uomo ad essere più uomo o non piuttosto contribuisce a degradarlo sempre più? E in un mondo dove non ci sarebbero più le grandi e maestose cattedrali romaniche, le splendide chiese barocche, ma anche le semplici e povere chiese di campagna, che cosa rimarrebbe? Solo i centri commerciali, i McDonald e gli stadi … che bella conquista. Dio non si elimina distruggendo le chiese, come è avvenuto cento anni fa in Russia, perché Dio è in noi e il desiderio di Lui ce lo porteremo sempre con noi.