Uno degli ultimi doni fatti alla Chiesa da san Giovanni Paolo II è stato quello della devozione alla Divina Misericordia su indicazione di suor Faustina che in una delle apparizioni ricevette dal Signore l’invito a chiedere alle autorità ecclesiastiche di istituire una festa per tale devozione. Il Santo Papa la fissò la domenica successiva alla Pasqua, la cosiddetta domenica in Albis e da quel momento questa devozione si è diffusa e radicata nel popolo cristiano. È una festa che mette in evidenza una delle prerogative di Dio che, secondo le Scritture, è la sua misericordia. Anche Gesù ama molto parlare di Dio Padre come il misericordioso attraverso diverse parabole riportate particolarmente da Luca nel suo Vangelo. Misericordia significa avere un cuore che sente e partecipa delle miserie degli uomini, avere sentimenti di compassione e amore verso i peccatori, i miseri, gli ultimi. Dio è il misericordioso proprio perché, in quanto Creatore e Padre, non può non sentire nelle sue “viscere” un’amore che si fa accoglienza, comprensione, perdono, salvezza. Ma Gesù ha anche detto, a noi suoi discepoli, di essere misericordiosi come Dio, di raggiungere questa meta per avere un cuore che si commuove e si muove verso le miserie del prossimo. Papa Francesco insiste molto sulla virtù della misericordia e lui stesso, mentre la vive e la testimonia nelle sua azioni e nelle sue relazioni, la indica alla Chiesa e ai cristiani come caratteristica unica e primaria della loro azione pastorale. Forse perché c’è proprio bisogno di misericordia. Se ci guardiamo attorno ci accorgiamo che c’è carenza di misericordia: nella Chiesa che ancora oggi guarda con sospetto chi vive in situazioni di miseria materiale, morale o spirituale, tenendoli ai margini della comunità ecclesiale; nella politica, con politici incapaci di sentire il bisogno dei cittadini e in modo scellerato continuano a dissanguare la gente mettendo tasse su tasse; nel campo economico con uomini della finanza e imprenditori che pensano solo ai loro interessi a scapito dei loro clienti e lavoratori che stentano ad arrivare a fine mese. È per questo che il Papa ha indetto un Anno Santo speciale della Misericordia perché tutti possiamo fare esperienza dell’amore misericordioso di Dio e imparare ad essere e usare misericordia verso i fratelli. Abbiamo bisogno tutti di una “cura” o addirittura di un “trapianto”, perché il nostro cuore diventi come il cuore di Dio, capace di amare e perdonare tutti.
Padre Salvatore Alì