Se vivere già è complicato, districandosi fra rifiuti, tasse esose e svariate altre questioni, anche morire potrebbe diventare problematico in questa città. Sì, perché ormai i due cimiteri sono saturi, in quello di nuova costruzione in via Balatelle è rimasta una capienza, fra loculi e tombe, di quaranta posti. Si potrebbe dissertare ulteriormente senza ricorrere a ragionamenti esistenziali. Se si considera, però, che già con la prossima (anche se differita di un anno), chiusura del punto nascite non si potrà più nascere a Paternò, adesso anche sperare di essere sepolti dal passaggio a miglior vita potrebbe diventare un’impresa impossibile. Dunque, nella situazione che si viene a profilare è a rischio lo sgretolamento stesso del concetto di esistenza possibile in questo luogo: non si nasce e non si muore (o meglio si muore), ma dove verranno poste le spoglie mortali dei futuri defunti paternesi?
Quest’ultimo sembra ormai essere divenuto l’attuale rovello dell’amministrazione comunale, ed è iniziato un serrato pressing agli uffici preposti affinché trovino, in tempi brevi, una soluzione. A Paternò la concezione secondo cui è necessario prepararsi al postremo viatico è molto sentita, al punto che tante tombe sono state acquistate in vita e quindi sono vuote e prenotate. Ma adesso si stanno esaurendo i posti, nonostante la già paradossale presenza in città di due cimiteri. In realtà sempre all’interno del Camposanto di via Balatelle esiste un’area che potrebbe ospitare nuove strutture per le tombe e i loculi, ma l’iter per l’avvio della costruzione non è stato ancora avviato. «Purtroppo fino adesso non abbiamo avuto attivo un preciso piano cimiteriale – ha dichiarato il primo cittadino di Paternò, Mauro Mangano – l’assenza di questo particolare strumento urbanistico cimiteriale non ha consentito interventi strutturali adeguati all’interno del cimitero. Attualmente il piano cimiteriale è all’esame della commissione consiliare». Tuttavia come soluzione, ancora provvisoria ma più celere, dagli uffici stanno pensando di costruire una struttura che possa ospitare altre sessanta tombe in via Balatelle. Mentre al cimitero Monumentale, invece, nella zona di Largo San Vincenzo, un’altra struttura che possa ospitare almeno ventiquattro loculi. Intanto presto si partirà proprio dal cimitero nuovo di via Balatelle per la pulizia delle micro-discariche nelle aree periferiche, la Dusty (nuova società che ha sostituito la Nuova Spurghi Jet) effettuerà una bonifica della zona. I rifiuti sono immancabili presenze con la loro immancabile presenza anche nei due camposanti, e fanno inorridire cittadini e visitatori che usano esclamazioni poco felici per alludere al fatto che l’inciviltà di una comunità la si constata dal modo in cui vengono onorati i propri defunti, e lasciarli fra l’immondizia o con le tombe celate dalla vegetazione incolta è un segno eloquente di mancanza di rispetto.
Ma i paternesi, coerentemente e per un senso di equità che rasenta il metafisico, il rispetto lo fanno mancare ai morti e ai vivi, con le discariche di tutte le dimensioni nelle periferie e qualche sacchetto anche al centro. Per dissentire e invocare la necessità di una città più pulita e vivibile la minoranza consiliare, alcune associazioni e semplici cittadini hanno creato un presidio alle Salinelle, luogo bistrattato e imbrattato da cumuli di immondizia, l’emblema della cecità amministrativa di tutti i tempi, per la mancanza di tutela di un patrimonio naturalistico straordinario di quella valenza ridotto a megadiscarica a cielo aperto. Per questo motivo si è tenuto lo scorso mercoledì 19 Febbraio pomeriggio un sit-in di protesta dietro il Velodromo, per evidenziare lo stato di degrado delle vie limitrofe alle Salinelle, via dello Stadio e via Acque Grasse. Su iniziativa del consigliere di opposizione Vito Rau, si sono uniti anche Ezio Mannino, Marco Tripoli, Pietro Cirino, Roberto Faranda, Guerrina Buttò, Filippo Condorelli, Alfio Virgolini e Salvatore Comis, promotori dell’iniziativa, nonché i componenti dl Comitato “Acque Grasse” e dell’associazione “Asse Sicilia”. «Chiediamo una bonifica rapida e immediata della zona – ha dichiarato il presidente di “Asse Sicilia” Alfio Arcoria – perché abbiamo un bene culturale importante per la città. Siamo dinanzi ad un vero e proprio inquinamento ambientale».
Lucia Paternò