A Paternò bollette dell’acqua alle stelle. Il presidente dell’Ama: “Tariffe sono eque”

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Mauro Mangano, sindaco di Paternò, insieme a Giuseppe Rapisarda (a sinistra) presidente di AMA S.p.a.

Mauro Mangano, sindaco di Paternò, insieme a Giuseppe Rapisarda (a sinistra) presidente di AMA S.p.a.

La gestione dell’acqua che ogni paternese riceve all’interno della propria abitazione fa acqua da tutte le parti, è proprio il caso di dirlo. Da qui, si prosegue verso mille polemiche che riguardano le bollette che in questi giorni i cittadini stanno ricevendo dalla società Ama, che gestisce il servizio idrico a Paternò. Le fatture dell’azienda detentrice della gestione dell’acquedotto relative ai primi tre mesi del 2015, riportano nella maggioranza dei casi un importo superiore al 100 per cento, in taluni casi anche il 150 per cento, quindi anche tre volte tanto rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questo perche l’Ama ha adottato una nuova tariffazione come prevede la normativa nazionale ed europea. Il presidente Giuseppe Rapisarda ha dichiarato come «Le nuove tariffe sono eque e basate sugli effettivi consumi delle famiglie». 

Il dettaglio lo esplicita MeridioNews: sarebbero oltre 15mila gli utenti che superano in tre mesi i 51 metri cubi di acqua: in pratica, se nel 2014 un metro cubo d’acqua era pari a 1,08 euro, nel 2015 un metro cubo è pari a euro 1,14. Se l’utente dovesse superare la soglia, andrà a pagare per ogni singolo metro cubo in più una eccedenza di 1,82 euro, oltre alla tariffa base. Se l’anno scorso una famiglia media pagava trimestralmente 42 euro, adesso invece riceverà una bolletta di oltre 84 euro. Le nuove imposte creano dissenso anche in consiglio comunale. In particolare il consigliere Ezio Mannino parla di tariffe illegittime: «Ritengo che questa amministrazione abbia consumato l’ennesimo atto di arroganza e prepotenza – afferma – nonché mancanza di rispetto nei confronti del consiglio ma soprattutto della città: infatti l’aumento delle tariffe Ama oltre che ad essere ingiustificato risulta essere anche illegittimo, poiché deciso dal consiglio d’amministrazione dell’Ama e non dall’assise civica»

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