È sbagliata la convinzione secondo cui il caso che vede protagonista il figlio minore del presidente del Senato Ignazio La Russa, Leonardo Apache, accusato dalla Procura di Milano di violenza sessuale a seguito della denuncia di una ragazza di ventiduenne, sia probabilmente del tutto esente da ripercussioni politiche. Anzitutto perché Leonardo Apache non è il figlio di un signore qualunque, ma della seconda Carica dello Stato, quello che in gergo delle volte viene definito il “vicepresidente della Repubblica”.
Secondariamente: Ignazio La Russa è il numero due del primo partito italiano che a sua volta guida il Governo del Paese, non certo un piccolo leader di una piccola forza politica, magari extra-parlamentare, la cui considerazione avrebbe potuto trasformare la vicenda in uno spaccato certamente residuale per l’opinione pubblica, quantomeno dal punto della risonanza mediatica che vuole un indagato, specie per fattispecie passionali, già colpevole solo perché raggiunto da un avviso di garanzia.
Terzo elemento: il figlio del presidente La Russa è e resta sì indagato, ma la vicenda potrebbe presto subire degli stravolgimenti rispetto alle prime ricostruzioni. E ad ogni modo, da garantisti, scriviamo a chiare lettere che il figlio del presidente, come tutti gli italiani più o meno importanti di lui, è da intendersi innocente fino a che la Suprema Corte di Cassazione non dovesse stabilirne la chiara colpevolezza attraverso una Sentenza definitiva. Fino a quel momento, tutto potrà accadere.
Fermo restando quanto fin qui detto, torniamo all’implicazione politica. Ci si chiede: è vero o non è vero che Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato della Repubblica Italiana, avrebbe intrattenuto rapporti intimi con una o più ragazze, anche in presenza di altri suoi amici, all’interno della casa del padre presidente del Senato? È vero o non è vero che in tali occasioni oggetto dei recenti dibattiti, se verificatisi, le ragazze coinvolte sarebbero state drogate consapevolmente o forse contro la loro volontà? È vero o non è vero che delle sostanze stupefacenti (si è parlato di cocaina) sarebbero state utilizzate all’interno dell’abitazione della seconda Carica dello Stato? Sono tutti interrogativi seri cui forse seguiranno risposte altrettanto serie, col tempo. Interrogativi onestamente del tutto legittimi e privi di fantasiose o maliziose dietrologie.
La contestazione dei La Russa è presto detta: la ragazza che accusa il figlio di Ignazio avrebbe denunciato circa quaranta giorni dopo il presunto verificarsi dei fatti contestati. Il legale della ragazza, l’avvocato Stefano Benvenuto, ha dichiarato che “contrariamente a quanto sostenuto e criticato”, il deposito sarebbe avvenuto tempestivamente, nell’immediatezza dei racconti della ventiduenne, alla sua presenza, senza attendere nemmeno un giorno. Da parte sua, quindi, non può assolutamente parlarsi di un deposito volutamente tardivo o strumentale. In altre parole, “non vi è stata alcuna strategia difensiva”, ha voluto specificare l’avvocato Benvenuto.
Di contro va detto che su La Russa padre pende il fatto di avere reso pubbliche dichiarazioni sull’accaduto di pancia, magari senza assestare adeguatamente le parole: una dichiarazione di cui poi egli stesso si sarebbe pentito pochi giorni dopo averla pronunciata. Ed è questa: “Dopo averlo a lungo interrogato, ho la certezza che mio figlio Leonardo non abbia compiuto alcun atto penalmente rilevante”, ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa. “Di sicuro lascia molti interrogativi una denuncia presentata dopo quaranta giorni dall’avvocato estensore che – cito testualmente il giornale che ne dà notizia – occupa questo tempo “per rimettere insieme i fatti”, ha aggiunto. In difesa del suo terzo genito, La Russa ha attaccato la ragazza: “Lascia oggettivamente molti dubbi il racconto di una ragazza che, per sua stessa ammissione, aveva consumato cocaina prima di incontrare mio figlio. Un episodio di cui Leonardo non era a conoscenza. Una sostanza che lo stesso Leonardo sono certo non ha mai consumato in vita sua”. Saranno adesso gli inquirenti a stabilire la verità dei fatti, facendo luce su una circostanza universalmente riconosciuta come spiazzante da ogni punto di vista: politico, reputazionale e del decoro della seconda Carica dello Stato Italiano.
L’implicazione politica non esiste? Noi non ne siamo del tutto certi. Ad ogni modo ci ha pensato il premier Giorgia Meloni a soprassedere su una vicenda che ha provocato certamente degli imbarazzi all’interno dei palazzi romani. Dall’altro lato vi è lo Stato di Diritto ed il garantismo propri della natura stessa degli uomini che afferiscono al Centrodestra e a tutto il mondo che vi orbita intorno, in contrapposizione al solito e volgare giustizialismo tutto italiano operato da alcuni settori della politica e dell’informazione.
Il figlio di La Russa è attualmente indagato, neanche rinviato a Giudizio. I processi mediatici sono i peggiori, e la storia di un altro uomo personaggio eccellente ora non più tra noi – Silvio Berlusconi – ci ha insegnato che quando vuole la Magistratura sa essere punitiva oltremisura ed implacabile. La verità salirà a galla ed è probabile che ne verrà fuori un quadro totalmente differente da quello dipinto in queste ultime settimane. Editoriale pubblicato sul quotidiano Italiachiamaitalia.it lo scorso lunedì 31 luglio 2023