C’era una volta un solo sesso, quello maschile, con quella femminile ritenuta una sua «versione inferiore». Poi, nel ‘700, si è fatto strada il «modello a due sessi», utile «principalmente a rafforzare le divisioni di genere e razziali collegando al corpo lo status sociale». Firmato Scientific American, in teoria – essendo stata fondata quasi 180 anni fa – una delle più antiche e rispettate riviste di divulgazione scientifica, in pratica l’ennesima testata asservita all’ideologia gender.
Come noto, infatti, nella prospettiva genderista, al di là di aspetti anatomici e genetici, la differenza tra i sessi è un mero costrutto sociale sotto forma di stereotipi di cui una società che voglia dirsi libera deve sbarazzarsi. Che è esattamente ciò che oggi sostiene Scientific American, liquidando il dimorfismo sessuale come un retaggio politico settecentesco. In realtà, una cosa indubbiamente negativa che risale a quell’epoca c’è – è il razzismo -, ma la differenziazione tra maschi e femmine accompagna l’umanità da sempre.
Anche senza scomodare la Bibbia («maschio e femmina li creò»), abbiamo infatti una marea di evidenze al riguardo. Tanto che, per dire, perfino gli studiosi intenzionati a trovare un principio storico ai differenti ruoli tra uomo e donna nella società, sono stati costretti a spingersi al 3.500 a.C. e oltre, al Neolitico – millenni prima del cristianesimo -, come suggerisce un interessante lavoro pubblicato sull’European Journal of Archaeology. Il «modello a due sessi» è dunque assai più antico di quanto suggerisce Scientific American.
Non solo. La più recente letteratura scientifica ci dice come le differenze negli interessi tra uomo e donna si osservino in svariate decine di Paesi, anche ben diversi tra loro, e globali siano pure le differenze sessuali nella personalità. Tutto ciò senza dimenticare il fatto che delle difformità comportamentali tra maschi e femmine, come modestamente ha potuto documentare anche chi scrive, si osservano nei neonati e nel mondo animale nei cuccioli. Altro che «modello a due sessi» idea settecentesca. Giulianoguzzo.com