Sembra un film dell’orrore o di fantascienza, scegliete voi. Sta di fatto che ha del surreale quanto avvenuto nelle scorse ore in seno al Parlamento europeo, dove – con 364 voti favorevoli, 154 contrari e 37 astensioni – è stata approvata una risoluzione con cui si afferma che «il governo statunitense deve garantire l’accesso all’aborto sicuro e legale» e che «la storica decisione Roe v. Wade deve essere sostenuta dalla Corte Suprema degli Stati Uniti».
Non solo, l’Europarlamento con tale atto invita pure – al punto quinto dei 32 che compongono questa chicca d’alta politica – gli Stati del Texas, dell’Idaho e dell’Oklahoma «ad abrogare rapidamente» le loro leggi a difesa del nascituro. Mentre possiamo solo immaginare le risate dei governatori di Texas, Idaho e Oklahoma dinnanzi a un documento che, se va bene, utilizzeranno per incartare il pesce, resta l’amarezza per una simile uscita.
Possibile che l’Europa non abbia di meglio di fare che mettere il becco negli affari statunitensi, non vedendo come peraltro come, in queste settimane, Londra e la stessa Washington, nella gestione della guerra in Ucraina, stiano facendo tutto fuorché gli interessi europei? Non va poi dimenticato un fatto: alla notizia di un possibile rovesciamento della sentenza Roe v. Wade, filtrata settimane fa, negli Usa è scoppiato il finimondo, con proteste a dir poco incivili.
La stessa la vicepresidente Harris ha minacciato i membri della Corte Suprema («come osano!») e, nelle scorse ore, si è perfino giunti a fermare un esaltato che voleva fare la pelle ad un giudice conservatore, Brett Kavanaugh, mentre era già a due passi da casa. Questo è il clima. E cosa può fare di meglio ora la nostra cara Europa, se non gettare benzina sul fuoco compiendo peraltro una clamorosa ingerenza? Di questo passo, non resterà purtroppo che un bivio: euroscettici o euroscemi. Giulianoguzzo.com