“Tutti noi dovremmo dare dei sonori schiaffi ai razzisti e agli xenofobi”, aveva detto ieri Luca Casarini. E così è stato. Da una parte la delegazione leghista guidata da Matteo Salvini, che dopo l’aggressione alla consigliera comunale Lucia Borgonzoni da parte di una nomade del campo di via Erbosa, dall’altra i centri sociali bolognesi che, urlando “no pasaran”, hanno trasformato il presidio di protesta in un attacco violento.
L’auto con cui il segretario del Carroccio è arrivato al campo nomadi è stata assalita a calci e pugni dagli antagonisti.
Sassate sulla macchina, calci, pugni e sputi. Questa la calda accoglienza tributata daicentri sociali a Salvini. “Se questa è la Bologna ‘democratica e accogliente’ – ha commentato il leader del Carroccio su Facebook – dobbiamo liberarla”. La tensione è montata fino a questi gesti estremi perché la visita al campo è stata fortemente voluta dallo stesso Salvini dopo lo schiaffo e gli spintoni di una nomade alla Borgonzoni. L’aggressione, per quanto ripresa in un video choc, non aveva scalfito l’assessore comunale ai Servizi sociali, Amelia Frascaroli, che aveva condannato la strumentalizzazione della visita. “Ti pago tutto, vengo a verificare e mi prendi pure a schiaffi?”, aveva replicato Salvini sfidando i diktat di Anpi, sinistra parlamentare e centri sociali a non farsi vedere a Bologna. Così, quando è arrivato in via Erbosa, alcuni esponenti del centro sociale Xm24, che insieme al sindacato Asia-Usb presidiavano il campo nomadi sin dal primo mattino, ha assalito l’autosu cui viaggiava Salvini.
Salvini si trovava in un parcheggio, a qualche centinaio di metri dal campo nomadi, quando è stato raggiunto daimanifestanti. Stava parlando con alcuni cronisti insieme al candidato alle regionali Alan Fabbri e alla Borgonzoni. Raggiunti da una pioggia di sassi, i tre esponenti del Carroccio sono subito corsi in macchina che, mentre gli antagonisti cercavano di sfondare i finestrini e il parabrezza per entrare in auto, è fuggita a velocità sostenuta scansando alcuni manifestanti. “Se proveranno a tornare – ha minacciato Loris Narda dei collettivi antirazzisti di Bologna – saranno respinti”. “Noi stiamo bene, bastardi”, ha replicato Salvini su Facebook. All’aggressione dei centri sociali, poi, va ad aggiungersi la solita violenza verbale della sinistra.
Non contento del blitz antagonista il presidente del quartiere Navile, Daniele Ara, che avrebbe dovuto accompagnare la delegazione leghista all’interno del campo nomadi, ha pure commentato:“Un razzista è passato per vittima grazie ai centri sociali, son riusciti a fare un servizio a Salvini”. Anche su Facebook il tenore degli attacchi è lo stesso. “Il prossimo che finirà a testa in giù – scrive un utente – sei tu”. Ma Salvini non si lascia intimorire. E promette: “Oggi faccio lavorare l’avvocato, oltre a denunciare quelli che hanno devastato l’auto, denuncio anche tutti i cretini che su Facebook istigano alla violenza“.
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