L’Italia ai quarti. Mancini: “Una squadra di 26 titolari”

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Roberto Mancini, allenatore della Nazionale Italiana di calcio.

Soffre e si aggrappa con le unghie a una gara che pareva a lungo sfuggirle via, ma alla fine l’Italia di Roberto Mancini vince 2-1 dopo i supplementari una partita trasformata dall’Austria in una guerra di trincea, guadagnandosi – meritatamente anche se non brillantemente – la qualificazione ai quarti di finale dell’europeo di calcio.

Esame superato, Roberto Mancini applaude la sua squadra che ha saputo superare le difficoltà che ha presentato l’Austria nella sfida di Wembley. “Nel primo tempo abbiamo dominato, giocando un bel calcio e creando diverse occasioni per sbloccare il punteggio – le parole del ct italiano in conferenza stampa -.

Nella ripresa siamo un po’ calati e loro ne hanno approfittato. Per noi è diventata più difficile anche perché loro hanno smesso di giocare, limitandosi alle palle lunghe per gli attaccanti. Sapevamo che se non fossimo riusciti a sbloccare subito il punteggio sarebbe diventata più difficile perché loro fisicamente sono molto forti. Nei supplementari però – ha sottolineato Mancini -, ci siamo ricompattati, meritando in pieno la vittoria. Anche se nel finale ci siamo complicati la vita da soli subendo un gol evitabilissimo”. Il tecnico azzurro esclude che la sua squadra abbia subito la pressione della prima partita da dentro/fuori. “Forse nei primissimi minuti della gara eravamo un po’ contratti ma poi abbiamo fatto noi la partita. Sapevamo che sarebbe stata dura e non ci sbagliavamo. Avremmo dovuto avere un po’ più di pazienza man godiamoci questa vittoria”. Da Londra Mancini riparte con una rinnovata fiducia verso un gruppo che ha saputo ancora una volta dimostrarsi uniti e corso, e ugualmente indispensabile in tutti i suoi elementi, come confermato dalle due reti arrivate dalla panchina. “Quando dicevo che questa è una squadra composta da 26 titolari non mi si credeva. Invece è proprio così, il segreto dei nostri risultati è questo formidabile gruppo”.

Venerdì prossimo gli azzurri affronteranno a Monaco di Baviera la vincente di Belgio-Portogallo che si gioca domani. Gli azzurri ringraziano stasera le riserve Chiesa, determinante al suo ingresso con un gol e tante salvifiche accelerazioni, e Pessina (anch’egli a rete da subentrante, a conferma di un’attitudine realizzativa sorprendente in nazionale) e anche la Var che in un paio di occasioni si esprime a loro favore annullando un gol ed evitando un potenziale rigore per gli austriaci. Si allunga anche la serie di partite utili consecutive, la squadra di Mancini fa 31 e batte quella di Pozzo, e il trend delle vittorie arrivate a 12, sebbene cada l’imbattibilità del portiere azzurro non prima di aver superato il primato di 1143 minuti di Dino Zoff. Ma nella notte di Wembley che è magica soprattutto per il risultato, non è questo che conta: l’importante per l’Italia del calcio è essere arrivata anche in questo torneo, come in quello del 2016, a far parte dell’aristocrazia delle 8 migliori d’Europa.

Mancini, un match così difficile può farci bene  – “Abbiamo portato questa partita a casa perché lo abbiamo meritato, anche se alla fine abbiamo subito un gol. Nel secondo tempo siamo calati fisicamente, il campo era pesante, ma abbiamo voluto vincere e l’abbiamo meritato”. Così Roberto Mancini, ‘a caldo’ dai microfoni di RaiSport, dopo Italia-Austria. La partita l’ha vinta il ct con i cambi. La partita l’ha vinta anche il ct con i cambi. “L’abbiamo vinta grazie ai giocatori in panchina, entrati con la mentalità giusta – il commento di Mancini -: sono stati bravissimi. Ma sapevamo che era una partita difficile, più dei quarti di finale. Ma un match così duro può farci bene”.  Ma ora Mancini e Vialli si sono ripresi qualcosa a Wembley? “No. E’ ancora lunga. Ne mancano ancora tre per riprenderla”. Ora all’Italia toccherà il Belgio o il Portogallo. “Sono due squadre straordinarie. E’ difficile”, il commento di Mancini. Ansa