Da Trump a “Libero”: è una guerra contro la censura

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Donald Trump, presidente uscente degli Stati Uniti d’America.

di Luigi Benedetti

Quando un paio di anni fa ho iniziato a dire che Facebook era controllato dalla sinistra liberal e venivano bloccati i profili solo delle persone di destra, ovviamente sono stato preso per complottista. Ragazzi, sono anni e anni che va avanti sta cosa, non solo su Facebook. E quando qualcuno avvertiva era meglio non ridersela. Magdi Cristiano Allam fu tra i primi a denunciare la violenza con cui senza ragione e senza possibilità di opporsi gli venne levato il diritto di parola.

Io non lo so come siamo arrivati al fatto che questa cosa è arrivata a toccare il Presidente in carica degli Stati Uniti d’America (e ieri anche la pagina Twitter del quotidiano milanese Libero, limitata nelle sue funzioni). Ma è chiaro, tranne per gli ultimi e irrecuperabili cretini, che adesso siamo veramente alle soglie se non già dentro ad una guerra che passerà alla storia. La guerra per riprenderci la libertà di dire che un bambino deve avere un padre e una madre, la guerra per riprenderci la libertà di dire le nostre opinioni sulla storia, la guerra per riprenderci la libertà di criticare il globalismo, l’immigrazione incontrollata, il superamento delle democrazie sovrane su base nazionale. La guerra per riprenderci il diritto di non essere di sinistra, diventato un obbligo da assolvere per avere concesso il poter vivere. Il diritto di dire quello che vogliamo senza che un sistema mediatico corrotto fino al midollo, ci descriva e proscriva come razzisti, omofobi, fascisti, ignoranti, negazionisti, complottisti trascinando in questa pratica masse di ebeti ammaestrati.