Paternò, Giancarlo Ciatto contro il sindaco: “Non ascolta”

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Untitled-1 copyRecentissime alcune dichiarazioni rilasciate lo scorso 10 settembre ad un periodico locale dall’ex capogruppo del Pd paternese in Consiglio Comunale, Giancarlo Ciatto. Un forte attacco, l’ultimo in ordine cronologico, contro il sindaco Mauro Mangano, anche lui del Partito Democratico. Ha dichiarato Ciatto: “Il sindaco di Paternò continua nella sua posizione di incredibile arroccamento, è chiuso al vero dialogo, non ascolta le idee che umilmente lanciamo per far uscire Paternò dall’angolo né le nostre critiche costruttive. La città perde colpi in maniera paurosa”.

Ed ancora: “Il governo cittadino con i suoi errori politici, i ritardi incomprensibili nel cambiamento della macchina burocratica, le tante inefficienze che si palesano sul piano dei servizi essenziali: la città è poco pulita, è caotica e disordinata, sta facendo precipitare Paternò. Il comune continua a perdere finanziamenti, sarà colpa del destino cinico e baro? Il governo Mangano è distante anni luce dal progetto originario che ha portato alla vittoria il centrosinistra, una vittoria sostenuta anche da cittadini di diversi colori politici. Si è già alienato i consensi di gran parte della città e prosegue in una visione solipsistica della politica, pensa che solo lui ha ragione, le sue idee sono le migliori. Ci ha detto più volte che la città non capisce, e fra due anni vedremo grandi risultati. La città sta declinando in maniera grave e Mangano continua a parlare di risultati positivi che vedremo. Servono i fatti non le parole

E continua: E’ stato fatto “Troppo poco, troppo poco. E quel poco che ha fatto non l’ha saputo comunicare né agli addetti ai lavori né ai cittadini. E quando glielo abbiamo fatto presente non ci ha preso in alcuna considerazione. Come si fa a colloquiare con chi non ti ascolta veramente? Di recente vi è stata una riunione con tutto il centrosinistra e pezzi di società civile. Vi è stato un quasi unanime coro di critiche. Critiche ragionate, meditate, critiche politiche e di metodo, nessun attacco personale. Invece le ha prese come un attacco personale”

E conclude: “Faremo di tutto per evitare di lasciarci trascinare nel baratro. Mi sono dimesso da capogruppo del Pd per dare un segnale politico, anche se la mia linea è quella maggioritaria nel partito. Voglio far capire che le poltrone non servono per fare buona politica. Un segnale forte, rivolto ai cittadini e non solo agli addetti ai lavori”.

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