“Ho avuto il covid, ho avuto paura”. Massimiliano Ossini lo racconta in un’intervista rilasciata al Corriere della sera. Il conduttore ha appreso di essere positivo il 4 settembre, ma ha preferito non raccontarlo pubblicamente sino a ora, per non “spettacolarizzare” la sua malattia. Non ha idea di chi possa averlo contagiato.
“Abbiamo chiesto al nostro medico di famiglia di poter fare un tampone in laboratorio in quanto il giorno dopo saremmo dovuti partire per accompagnare nostra figlia che studia all’estero. Avevo mal di testa e grande spossatezza; ero stranamente stanco, anche il pomeriggio precedente. Mia moglie, al risveglio aveva i miei stessi sintomi ma anche del mal di gola”
Ossini è stato attento alle regole. “L’unico evento, per altro lavorativo, a cui ho partecipato è stato quello del 20 agosto a Cortina”, dice al Corriere, ma una settimana dopo aveva effettuato un tampone che aveva dato esito negativo. “Gli ultimi giorni di vacanza li abbiamo trascorsi in casa tutti insieme, con i miei tre figli, i miei due nipoti, le mie cognate ed i miei suoceri. È difficile individuarne l’origine, vista l’attenzione collettiva”.
“I primi tre giorni sono stati duri con dei forti dolori muscolari in tutto il corpo ed i giorni a seguire il riposo era necessario per poi intraprendere il percorso di guarigione. Oggi ne parlo con lo scopo di poter sottolineare quanto il Covid19 sia una cosa seria e che bisogna rispettare a prescindere tutte le regole e indicazioni che lo Stato e il Ministero della Salute ci comunica quotidianamente”
Ossini non è un tipo ansioso, dice, ma “la preoccupazione era tutta rivolta ai genitori di mia moglie, non più giovanissimi ma fortunatamente anche loro ne sono usciti illesi”. Sui negazionisti ha un pensiero preciso: “Penso che siano paragonabili a coloro che sostengono che la terra non sia rotonda. Il Covid19 esiste, si può discutere sulle sue origini o sulle misure di contenimento ma non di certo sulla sua esistenza. E’ una cosa seria, bisogna avere rispetto di tutte le vittime ma soprattutto dei medici che, giorno e notte, lavorano per noi”.