Che sui mass media la famiglia non vada molto forte, già lo si sapeva: dopo Sandra Mondaini e Raimondo Vianello non si sono praticamente più avute notizie di coppie vip stabili ed unite per tutta la vita. Ora però un nuovo studio conferma che le cose sono nettamente peggiori di come sembrano, nel senso che le personalità celebri non solo sperimentano il divorzio: lo fanno con ritmi e frequenza impressionanti.
Finora le ricerche sull’argomento avevano trovato un’associazione solo tra benessere e economico e instabilità coniugale, ma ora una nuova ricerca richiama l’attenzione proprio sul fattore celebrità. Si tratta di un report della Marriage Foundation con il quale si sono esaminati 484 volti celebri le cui nozze sono apparse sulle riviste patinate tra il 2001 ed il 2010. Fatto questo, sono stati messi a confronto questi matrimoni vip con quelli della media della popolazione.
Risultato: il tasso complessivo di divorzi per le celebrità durante i primi 16 anni di matrimonio è del 52% (contro il 31% osservato nella popolazione britannica nello stesso arco temporale). Gli artisti con il tasso di instabilità coniugale maggiore sono in assoluto i musicisti (60%), mentre in proporzione ad altre celebrità e agli sportivi va un po’ meglio (39%). Tutto lascia immaginare che, se anziché 16 anni si fosse considerato un arco temporale più breve, i risultati non sarebbero stati migliori, anzi.
Le cause della maggiore instabilità coniugale tra i vip sono probabilmente varie, e vanno dalla scarsa religiosità che si respira nel mondo dello spettacolo (la religiosità è tendenzialmente un collante coniugale formidabile) al fatto che la fedeltà, specie in certi ambienti, è considerata una fissazione per pochi romantici, ma non certo qualcosa di praticabile e, dopotutto, neppure di conveniente. Ah, se per caso vi state chiedendo quali siano stati in assoluto i matrimoni vip più brevi, tenetevi forte.
Ecco infatti il triste podio: Pamela Anderson e Rick Salomon nel 2007 sono stati uniti in matrimonio 60 giorni, Carmen Electra e Dennis Rodman nel 1998 9 giorni, Britney Spears e Jason Alexander nel 2004 appena 55 ore; giusto il tempo di riprendersi dalla sbornia nuziale, si può ironizzare. Battute a parte, non c’è nulla da ridere dato che quest’analisi, benché perfettibile, conferma che – piaccia o non piaccia – i media, dando visibilità a matrimoni usa e fetta, sono di fatto veicoli di una pericolosa propaganda contro la famiglia.