Regionali, il Centrodestra sogna l’en plein

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Manca ormai meno di un mese alle elezioni regionali. Il 20 e 21 settembre gli abitanti di Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo consiglio regionale e il nuovo governatore.

La posta in gioco è altissima. La maggioranza giallorossa rischia di subire una devastante debacle, perdendo il controllo di Toscana, Marche, Campania e Puglia. Il che sarebbe clamoroso. Una storica regione “rossa” come la Toscana, infatti, potrebbe capitolare: quello che non è successo l’anno scorso in Emilia-Romagna – dove il dem Stefano Bonaccini è riuscito a riconfermarsi presidente non senza patemi – potrebbe ora accadere qui. E se la sinistra dovesse perdere la Toscana, le conseguenze per il Partito Democratico – e con esso dell’interno esecutivo – sarebbero mastodontiche.

In questi mesi, peraltro, i due alleati di governo non sono riusciti a trovare un accordo di coalizione, con eccezione della Liguria. Solamente in terra ligure, infatti, il Pd e il Movimento 5 Stelle sono riusciti a presentarsi insieme, sostenendo la candidatura di Ferruccio Sansa, ex giornalista del Fatto Quotidiano di Marco Travaglio. In tutte le altre regioni, invece, correranno separati. Anzi, l’uno contro l’altro.

Ecco allora perché il centrodestra punta a dare la spallata decisiva al Conte-bis, sognando addirittura il “cappotto”. Secondo gli ultimi sondaggi pubblicati, la contesa non dovrebbe però finire sei a zero, bensì 5-1, con la sinistra che riuscirebbe – seppur di poco – a mantenere il controllo della Toscana. Eugenio Giani, infatti, viene dato tra il 44 e il 48% dei voti, mentre la leghista Susanna Ceccardi – candidata del centrodestra unito – si fermerebbe al 38,5-42%.

Non c’è storia in Veneto, dove Luca Zaia corre per il terzo mandato consecutivo. L’ex ministro delle Politiche Agricole e Forestali (era il terzo governo Berlusconi) non ha rivali: l’ultimo sondaggio assegna all’esponente del Carroccio oltre il 75% dei voti. Sostanzialmente un plebscito.

Viaggia verso la riconferma in Liguria anche il fondatore e leader di Cambiamo! Giovanni Toti, fotografato tra il 51 e il 55% dei voti; si posiziona molto più indietro il candidato giallorosso, stimato tra il 39 e il 43%.

È un testa-a-testa nelle Marche, ma anche qui il trittico Lega-Forza Italia-Fratelli d’Italia è davanti. Francesco Acquaroli (di FdI) è dato in vantaggio di almeno tre punti percentuali: 43,5%-47% rispetto a Mangialardi, candidato del Pd. Stessa storia in Puglia, dove la coalizione che sostiene il meloniano Raffaele Fitto supera il governatore uscente Michele Emiliano: 43,5% contro il 37,5%.

Infine, il nodo della Campania. Per il momento, come in Toscana, il centrosinistra è dato in vantaggio, ma non è così certo che Vincenzo De Luca riesca a spuntarla su Stefano Caldoro, in rimonta. Se le Regionali finissero 4 a 2 per il centrodestra sarebbe una vittoria netta e pregna di significato; se addirittura il 4 a 2 diventasse 5 a 1 o 6 a 0, per l’esperienza di governo giallorossa sarebbe un colpo durissimo. Forse decisivo. IlGiornale