Lo scenario che emerge dal sondaggio condotto da Demos per l’Atlante Politico, pubblicato su La Repubblica, è confuso dal punto di vista delle posizioni degli elettori.
Ciò che però risulta essere chiarissimo e inconfutabile è il tracollo totale del Movimento 5 Stelle, che ora rischia seriamente di farsi raggiungere da Fratelli d’Italia: il movimento di Giorgia Meloni supera abbondantemente la soglia del 10% e si attesta al 13,1%, distante solo 1,3 punti percentuali dai grillini. La Lega si conferma il partito più forte e in vetta, ma rallenta la corsa e si ferma al 29,2%. Il Partito democratico continua a crescere e va oltre il 20%, precisamente al 20,6%. Forza Italia è al 6,2%. Flop di Italia Viva, che sogna la doppia cifra ma deve fare i conti con un misero 3,9%.
Il centrodestra unito nel complesso si porta al 48,5%: rispetto alle Politiche del 2018 ha guadagnato ben 13 punti, mentre ne ha perso uno solo rispetto alle recenti Europee. L’analisi è chiara: lo slittamento ha apportato vantaggi alla destra, che è riuscita a rosicchiare voti dal centro. Concludono la graduatoria LeU e La Sinistra (3,6%, in aumento dello 0,4% rispetto a dicembre) e +Europa (che guadagna lo 0,2% e si attesta al 2,6%).
Per quanto riguarda invece la durata del governo, secondo il 17% resterà in carica ancora per pochi mesi; per il 27% cadrà entro un anno; a giudizio del 23% invece avrà vita più di un anno ma non fino alla fine della legislatura; secondo il 23% terminerà regolarmente a fine legislatura; il 10% non sa o non sa rispondere.
Il gradimento dei leader
Alla guida dei politici più graditi rimane Giuseppe Conte (52%), seguito da Giorgia Meloni (46%) e Matteo Salvini (44%). Si conferma la debolezza nel M5S soprattutto nell’ambito della leadership: Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista hanno un consenso personale che oscilla tra il 20% e il 30%, mentre Vito Crimi appare meno apprezzato (16%) ma riesce a fare meglio di Beppe Grillo (15%). Sopra di loro vi sono i leader del Partito democratico, con Nicola Zingaretti al 37% e Dario Franceschini al 34%. Nella graduatoria vi sono anche Emma Bonino (44%), Giovanni Toti (30%), Silvio Berlusconi (28%), Roberto Speranza (26%), Carlo Calenda (25%) e Matteo Renzi (24%).
Infine, sempre nel sondaggio in questione, l’8% giudica molto positivamente l’entrata in vigore della riforma della giustizia che interrompe i termini della prescrizione dopo il primo grado di giudizio; il 35% la ritiene positiva; il 28% esprime negatività; l’11% la giudica molto negativamente; il 18% non sa o non sa rispondere. IlGiornale